Processo nomina Asp Vibo, Scopelliti e Pignatone tra testimoni
Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, e l'ex procuratore della Repubblica di Reggio Calabria e oggi a capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, sono tra i testimoni che compariranno in aula nel processo a carico di Alessandra Sarlo, ex commissaria dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, finita sotto inchiesta proprio per via della sua nomina all'Asp che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata illecita. Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio è l'accusa formulata nell'ambito dell'inchiesta coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro, Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, e di cui la Sarlo è chiamata a rispondere nel processo che ha preso il via oggi, a Catanzaro. Il tribunale collegiale ha aperto il dibattimento ammettendo i mezzi di prova, comprese le liste dei testimoni tra i quali compaiono per l'accusa il presidente Scopelliti, e per la difesa dell'imputata (affidata agli avvocati Francesco Albanese e Saveria Cusumano, del Foro di Reggio) il procuratore Pignatone. Infine il rinvio al prossimo 10 marzo. Il procedimento catanzarese a carico della Sarlo rappresenta lo stralcio di una piu' vasta inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano denominata "Infinito", in cui è stato coinvolto anche il marito della donna, il giudice Vincenzo Giglio. E l'ipotesi formulata dagli investigatori è che proprio Giglio avrebbe consentito alla moglie di ottenere la nomina al vertice dell'Asp di Vibo, in virtu' dei suoi rapporti con l'ex consigliere regionale calabrese del Pdl, Franco Morelli. Il segmento d'indagine relativo alla Sarlo fu poi inviato per competenza territoriale da Milano alla Procura di Reggio Calabria, dove pero' fu poi nuovamente spostato, stavolta alla Procura di Catanzaro competente per tutti i procedimenti che coinvolgono a qualsiasi titolo i magistrati in servizio nella citta' dello Stretto, essendo l'imputata la moglie di un giudice del distretto reggino. Intanto, a Milano, è gia' arrivata la decisione di primo grado per Giglio e Morelli, condannati rispettivamente a 4 anni e 7 mesi di reclusione il primo, ed a 8 anni e 4 mesi il secondo. (AGI)