Libere donne: L’otto marzo: tra realtà e finzione! Tu da che parte stai?

Crotone Attualità
Katia Villirillo

"Oggi anno 2014 leggi come quella sul divorzio, l’interruzione di gravidanza, la parità salariale, l’uguale accesso ai posti di lavoro, leggi sulle molestie fino alla violenza carnale riconosciuta come delitto contro la persona, sembrano sempre esistite. Ma non è stato sempre così e le donne delle generazioni passate hanno combattuto a livello politico e personale". E' questo l'incipit della nota dell'associazione Libere donne di Crotone.

"Ci sono state donne che con il loro coraggio hanno combattuto i soprusi diventando personaggi-simbolo della libertà, della dignità e dell’emancipazione femminile. Grazie a queste donne e al loro esempio, altre donne hanno trovato il coraggio di ribellarsi a tutte le forme di violenza sensibilizzando così le coscienze e stimolando anche cambiamenti e modifiche nella legislazione, fino ai giorni nostri.Una situazione perfetta quindi, della quale dovrei rallegrarmi e festeggiare nella giornata dell’ otto di Marzo. Non è così: mi guardo intorno, ripensiamo al nostro lavoro, leggiamo giornali, ascoltiamo news sui media e ci accorgiamo che qualcosa,forse, non ha funzionato.

Allora ci diciamo : altro che festa! Questa è la beffa che si aggiunge all'iniquità. Qual è il senso del festeggiare?

Non occorre quindi una festa, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile e per organizzare lotte per migliorare le condizioni di vita della donna. Nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata soprattutto da connotati di carattere commerciale.

DONNA non è quella che imita l’uomo, che cerca di fare quello che fa l’uomo, perché “è giusto”, perché “abbiamo il diritto di fare quello che fa lui” e, di “essere come è lui”. Donna non è quella che l’otto marzo, durante la cena, si sbronza e poi va a vedere gli spogliarelli dei maschietti. Donna non è quella che si ricorda di esserlo soltanto il giorno della sua festa, riempiendo i locali, i ristoranti e i bar. No, questa non è la donna. Questa è la caricatura della donna. Riprendiamoci la nostra femminilità, viviamo la giornata internazionale della donna in un modo diverso, più giusto e decoroso, sperando che sia da stimolo a tutti per fare in modo che le pari opportunità non siano uno slogan di cui vantarsi, ma un modo reale di operare quotidianamente per fare scomparire le diversità e tutte quelle differenze che devono essere considerate una ricchezza della natura umana e non un mezzo da utilizzare per perseguitare altri esseri umani che hanno la nostra stessa intelligenza, i nostri stessi sentimenti e desideri, le nostre stesse paure, le stesse ansie e soprattutto gli stessi diritti!

Bisogna lavorare sulla nostra cultura. Dobbiamo essere consapevoli che non sono sufficienti soltanto leggi e controlli sulla sicurezza per prevenire la violenza sulle donne. Serve innanzi tutto la consapevolezza che il problema di come le donne sono trattate nel nostro paese è di matrice culturale altrimenti non si va da nessuna parte. E’ il primo gradino per iniziala ìre una lotta, per dare vita ad un cambiamento epocale.

Per questo, come associazione di donne della società civile che porta avanti da tempo un forte impegno per contrastare, prevenire e sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne e sui diritti umani, abbiamo pensato di lanciare il nostro messaggio insieme alle istituzioni, alle autorità locali e a singole persone, perché convinti della necessità di un forte cambiamento culturale.

Abbiamo scelto di essere insieme per richiamare le Istituzioni alla loro responsabilità e agli atti dovuti, per ricordare che tra le priorità dell’agenda politica, la protezione della vita e della libertà delle donne non può essere dimenticata e disattesa. Si invitano, quindi, le autorità locali ad un confronto aperto, ad assumersi le proprie responsabilità, a porre in essere politiche adeguate e rispettose della dignità e dei diritti umani delle donne.

Gli uomini che hanno agito, che intendono agire violenza sulle donne devono esserestimolati a rileggere il loro comportamento con altre chiavi di lettura ed introdurre dei cambiamenti nel loro modo di pensare, sentire e agire,con l’obbiettivo di mettere in discussione la cultura maschile. Si tratta di scommettere su un cambiamento culturale e sociale che passi attraverso una messa in questione degli uomini.

Tutte le notizie sui femminicidi hanno i fari puntati sulle donne “vittime”. Ci chiediamo come mai gli attori della scena rimangano invece sullo sfondo.

Eppure il gesto violento non è un’emergenza femminile, ma una faccenda che riguarda in primo piano gli uomini. Da qui vogliamo partire, aderendo alla Campagna del Fiocco Bianco”, il 3 marzo, presso la Casa Della Cultura del Comune di Crotone alle ore 10, insieme agli uomini che a diverso titolo sostengono noi, “LIBERE DONNE”, e che devono essere di esempio per tutti gli altri uomini".