Estorsione della ‘ndrangheta ad imprenditore veneto, sequestrati beni e imprese
La Guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico di Roma, nel corso di un’operazione denominata “Venerdì Nero”, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale reggino, di imprese e beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro riconducibili a due soggetti ritenuti affiliati a cosche della ‘ndrangheta di Rosarno e già tratti in arresto dai Carabinieri con l’accusa di azioni estorsive, perpetrate con modalità mafiose, ai danni di un imprenditore della provincia di Padova, nel Veneto.
LE INDAGINI patrimoniali, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno portato ad individuare imprese, beni mobili ed immobili, tutti riconducibili ai presunti estorsori, con un valore complessivo che si è dimostrato essere sproporzionato rispetto ai redditi da loro dichiarati e, per questo motivo, sottoposti a sequestro.
I beni oggetto del sequestro sarebbero dunque riconducibili a Gregorio Cacciola, 62 enne di Rosarno e Michelangelo Garruzzo, 53 anni, nato a Rosarno ma domiciliato a Motta di Livenza (TV). Entrambi furono arrestati il 18 ottobre del 2013 dai Carabinieri di Padova e di Reggio Calabria con l’accusa di estorsione, perpetrata con modalità mafiose, nei confronti di un imprenditore nella provincia di Padova. Gi inquirenti hanno svolto delle indagini economico-patrimoniali sia nei loro confronti che in quelli di componenti dei rispettivi nuclei familiari, nonché di terze persone ritenute possibili “intestatari fittizi” di beni.
Gli accertamenti avrebbero consentito di individuare imprese, beni mobili e immobili facenti capo a Cacciola e Garuzzo, e ritenuti dunque di un valore sproporzionato rispetto alle attività economiche e ai redditi da loro dichiarati. Ta questi: la “Rabbit Services Snc di Consiglio Anna Maria & C.”, con sede legale a Rosarno ma operativa a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, azienda del settore alberghiero e della ristorazione; la ditta individuale “Azienda agricola Garruzzo Michelangelo” con sede a Rosarno; un fabbricato a Reggio Calabria; 2 autovetture; la “C&C Corporation di Cacciola D. e R. Snc”, con sede a Rosarno, azienda che si occupa del commercio al dettaglio di carburante per autotrazione. I beni, del valore di oltre 4 milioni di euro, sarebbero tutti nella disponibilità di Garruzzo, tranne l’ultima società, riconducibile invece a Cacciola.
L’operazione di servizio è frutto dell’impegno costante che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la Guardia di Finanza profondono nell’azione di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati, attraverso la presunta consumazione di reati commessi con modalità mafiose.