Regione: Pacenza, nuova legge elettorale consideri Vibo e Crotone
“Quella che si andrà a discutere dovrà essere una legge di revisione della legge elettorale regionale che tenga conto anche della necessaria rappresentanza per i piccoli territori come Crotone e Vibo”.
Così il presidente della III Commissione Sanità Salvatore Pacenza sui contenuti della sentenza n. 35 emanata ieri della Corte costituzionale che, di fatto, ha fissato a 30 il numero dei consiglieri regionali calabresi e a sei i componenti della giunta, in rispetto di quanto previsto dal decreto legge 138 del 2011 che, nell’ottica dei tagli dei costi alla politica, ha adeguato la rappresentanza in Parlamento regionale proporzionandola alle rilevazioni Istat sulla popolazione residente.
“Si corre il rischio – commenta l’onorevole Pacenza – che i territori meno ampi e con minore popolazione residente abbiano uno o, addirittura, nessun rappresentante espresso in Consiglio regionale rispetto alle tre grandi province calabresi. Gli effetti di questa sentenza della Suprema corte si attendevano da mesi ormai in Calabria proprio per dare il là alle discussioni sulla modifica della legge regionale che adesso, per forza di cose, va subito cambiata. Tale incombenza è costituzionalmente assegnata alle Regioni dopo la revisione del Titolo V della Costituzione. Secondo l’articolo 122 della Legge fondamentale dello Stato, infatti, la disciplina del sistema di elezione del consiglio, della giunta e del presidente spetta alla legge regionale nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica. Questo comporta che, una Regione come la Calabria, così come caratterizzata a livello geofisico e amministrativo, possa scegliere i criteri di rappresentanza del suo governo regionale. L’assemblea calabrese può cioè individuare le regole che meglio garantiscano gli equilibri fra i vari territori provinciali ad essa competenti. È impensabile che si discuta di collegi per macro-aree (o di liste bloccate) e nel contempo non si fissino delle condizioni di selezione delle candidature, così come della rappresentanza in consiglio. Sarebbe davvero antidemocratico e irrispettoso che, per la legge dei grandi numeri, ancora una volta, venissero soppresse in Parlamento regionale le voci di donne e uomini proposti da territori in difficoltà come Crotone e Vibo. Credo che fra tutti i colleghi di maggioranza e opposizione, su questi punti, non debbano esistere divisioni quando, a breve, andremo a disegnare la nuova legge elettorale della Calabria. Spero che non si confonda la bontà tale intervento come una difesa strenua della poltrona perché, intendiamoci bene, questa potrebbe non appartenere più al sottoscritto già a partire dalla prossima Legislatura regionale. Si tratta, invece, di un intervento necessario, teso a difendere l’autonomia dei territori più piccoli che hanno pari dignità decisionale rispetto alle grandi province calabresi”.