La Vecchia (Coisp): “Una giornata di riflessione nel nome di Emanuela Loi”
“Care colleghe di tutte le Forze di Polizia e delle Forze Armate, mi rivolgo a tutte voi, nella ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna che viene celebrata ogni anno l’8 marzo - data storica che rappresenta simbolicamente un’occasione per riflettere sulle violenze e sulle discriminazioni di genere - per trovare un momento di confronto fra di noi, idealmente unite sia dalla nostra stessa appartenenza al genere femminile che dalla Divisa al servizio dello Stato.” E’ quanto afferma Caterina La Vecchia, Responsabile calabrese dell’Ufficio Pari Opportunità del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia – in occasione della Giornata Internazionale della Donna con un appello diretto a tutte le donne impegnate nel quotidiano, soprattutto in una regione “difficile” come la Calabria, a garantire la Sicurezza dei cittadini.
“A qualcuno potrà sembrare che questa ricorrenza si riduca ad un atto celebrativo fine a se stesso, - dice Caterina La Vecchia - ma la nostra personale esperienza di donne impegnate in una tipologia di lavoro estremamente particolare ci porta, senza dubbio, a ribadire che il profilo femminile deve ogni giorno combattere per la naturale affermazione della propria persona. Esiste infatti, anzi persiste, nel nostro ambiente una nascosta e celata forma di pregiudizio che è dura a morire e che induce forme di opposizione agli avanzamenti nella carriera, alla tipologia dei lavori espletati, alla qualità della vita lavorativa di ognuno di noi, alla difficoltà di relazione con la gerarchia. Per affermare il nostro profilo professionale dobbiamo sempre fare i conti con quella parte di noi che non è Poliziotto o Carabiniere, con tutto il portato femminile che include l’essere madre, moglie, compagna di vita.
Se gli uomini, tornando a casa dal lavoro, possono ancora permettersi il lusso di rilassarsi con i più svariati sistemi tecnologici o con i loro hobby preferiti, noi, al termine del turno di servizio, iniziamo un secondo lavoro, forse ancora più complesso del primo, non coperto da assicurazione né da previdenza, che è quello di gestire una casa e una famiglia, spendendo non solo le nostre ultime energie fisiche ma anche e soprattutto quelle mentali e spirituali, connesse a quel ruolo che secoli di storia, cultura e società hanno decretato per noi.
Se la naturalezza delle cose della vita – continua la Responsabile regionale del Sindacato Indipendente di Polizia - porterebbe a dire che uomini e donne hanno eguali diritti e doveri, nella realtà dei fatti le disparità dei carichi di lavoro incidono diversamente sugli uni e sulle altre, determinando, in concreto, diverse opportunità nel mondo lavorativo, con una evidente presenza di sottili handicap di genere che spesso condizionano il profilo professionale cui noi apparteniamo. Non mi sembra che la celebrazione di questa giornata commemorativa sia vuota di significati ma ritengo che ci sia ancora molto da fare sia sotto il profilo squisitamente ordinamentale sia dal punto di vista culturale.
Quando non ci verrà più richiesto di ambire alla perfezione nel lavoro e a casa per essere prese in considerazione, quando una donna, per essere normale, non dovrà sacrificare una parte di sé a discapito dell’altra, forse saremo vicini alla parità di genere e la giornata dell’8 marzo potrà perdere il suo significato celebrativo per trasformarsi in una giornata della memoria, in ricordo di tutte quelle donne discriminate che negli anni hanno duramente lottato per l’affermazione dei loro e nostri diritti.
Una giornata dedicata al ricordo di quei nomi e di quei volti di donne che ci hanno precedute e che, compiendo piccoli e grandi gesti, con coraggio e determinazione, hanno rivoluzionato il concetto stesso dell’essere donna. Vorrei ricordarne una in particolare fra queste, una Collega che ha sacrificato la sua vita nel tentativo di proteggere quella degli altri e certamente per portare avanti i suoi ideali e valori: Emanuela Loi.
A lei, nell’estate scorsa, nell’ambito di una iniziativa per ricordare la strage palermitana di via D’Amelio, promossa come consuetudine dal Coisp e dagli amici della Redazione giornalistica di “CatanzaroInforma” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, è stata intitolata una via di Catanzaro. Oggi il nome di Emanuela Loi è inciso in modo indelebile nella città di Catanzaro e per tale motivo ringraziamo l’Amministrazione Comunale per aver accolto la nostra richiesta, in particolar modo il Sindaco Sergio Abramo e l’Assessore Giampaolo Mungo.
Un modo per omaggiarla e per incidere, in maniera indelebile, non solo nella toponomastica cittadina, il ricordo di questa giovane Poliziotta che, ben consapevole dei rischi connessi all’attività da lei svolta, non è venuta mai meno al suo senso del dovere. Ad Emanuela, - conclude Caterina La Vecchia - e a tutte le donne come lei, va oggi il mio pensiero con la speranza che il suo, ed il loro, esempio non venga mai dimenticato.”