Il Coisp Calabria ricorda Emanuela Loi
“La giornata internazionale della donna, che ricorre come ogni anno l’8 marzo, deve essere un’occasione per tutti di riflessione, non solo per ricordare quante hanno combattuto per rivendicare i propri ed i nostri diritti, arrivando a raggiungere fondamentali conquiste culturali e sociali, ma anche coloro le quali hanno sacrificato la propria vita lottando contro ogni forma di prevaricazione e discriminazione. Un nome fra tutti, è quello di Emanuela Loi, l’Agente della Polizia di Stato uccisa dalla mafia vent’anni fa, nella strage di via D’Amelio, in cui persero la vita anche il giudice Paolo Borsellino ed altri 4 uomini della sua scorta.” – Lo sostiene Caterina La Vecchia, responsabile calabrese dell’Ufficio Pari Opportunità del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia. “Un nome, quello di Emanuela Loi, che dovrebbe essere indelebile nella memoria collettiva di tutta la società civile, non solo degli addetti ai lavori, un nome che deve essere pronunciato a voce alta e ferma, non lasciandolo fisso su di una lapide commemorativa.
Emanuela – continua Caterina La Vecchia - fu la prima donna della Polizia di Stato a morire per cause di servizio e per, aspetto non secondario, seguire i suoi ideali di legalità e giustizia. Gli stessi ideali che ancora oggi, più vivi che mai, muovono i passi di tutte quelle Poliziotte che indossano una divisa con un forte senso civico e profondo senso del dovere. Ed è a loro, a questa “categoria” un po’ speciale di operatrici della sicurezza, che i cittadini possono rivolgersi sempre in caso di difficoltà, con fiducia, perché sicuri di trovare competenze professionali miste a grandi doti umane. È stato necessario intraprendere un lungo percorso, durato oltre 50 anni, e fare scelte coraggiose per arrivare all’odierno sistema che vede le donne in Polizia, grazie alla Legge 121 del 1981 che ha smilitarizzato e sindacalizzato la Polizia di Stato, equiparate ai colleghi uomini e che costituiscono, oggi, circa il 14% del totale delle risorse umane. Con il contributo fondamentale, per l’ammodernamento e la crescita dell’apparato Sicurezza, dato dalla nascita dei Sindacati, i cui rappresentanti, con costante impegno, hanno permesso il superamento di quei preconcetti e pregiudizi esistenti nei confronti dell’universo femminile in una realtà lavorativa di soli uomini.
Ma se la ricorrenza dell’8 marzo non è, a tutt’oggi, diventata un’occasione per parlare esclusivamente della figura di alcune donne, bensì della “condizione della donna”, - conclude la responsabile calabrese dell’Ufficio Pari Opportunità del Sindacato Indipendente di Polizia - allora vuol dire che non tutti gli obiettivi per concretizzare il concetto di “pari opportunità” sono stati raggiunti e che c’è ancora tanto da lavorare. È un debito morale che abbiamo nei confronti di Emanuela e che dobbiamo onorare insieme alla sua memoria.