Cosca dei Ficara: quattro arresti per tentata estorsione a un commerciante
Quattro ordinanze di custodia cautelare, emesse nei confronti di altrettante persone ritenute inserite nella cosca di ‘ndrangheta dei Ficara, sono state eseguite stamani dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria. Agli arrestati sono contestati i reati, in concorso, di tentata estorsione ai danni di un commerciante e di intestazione fittizia di beni. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip distrettuale di Reggio su richiesta della Dda.
A finire in manette sono stati Giovanni Ficara, detto “lo scagliolista”, 62 anni, Maria Ficara, 40 anni, Domenico Ecelestino, 40 anni, e Arcangelo Mirisciotti, 29 anni.
Le indagini furono avviate dopo l’incendio, avvenuto verso le undici di sera del 27 settembre del 2013, quando, utilizzando del liquido infiammabile, venne distrutto a Melito Porto Salvo il “caffè Mary”, di proprietà di Giovanni Latella, 42 anni. Dopo il fatto venne appurato che il bar era gestito da Maria Grazia Giuseppa Ficara con la collaborazione del marito Domenico Ecelestino. Maria è figlia di Giovanni e sorella di Orazio, entrambi pluripregiudicati, come anche il marito, e sono ritenuti essere tutti inseriti nella cosca “Ficareddi”, federati al più carismatico clan Serraino. Gli agenti avrebbero anche scoperto che il proprietario dell’esercizio commerciale distrutto, dopo una sentenza adita per crediti non soddisfatti prima da Mirisciotti e poi dai coniugi Ficara ed Ecelestino, sarebbe dovuto rientrare nella piena disponibilità del negozio.
Pertanto, è stata approfondita l’indagine che avrebbe permesso di ricostruire l’intera vicenda, acquisendo, in tal senso, gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati. In particolare che nel 2010 Giovanni Latella aveva ceduto in locazione, a 2000 euro mensili oltre ad una cauzione di 30 mila euro, la gestione della propria azienda a Giovanni Ficara, anche se il contratto, su richiesta di quest’ultimo, veniva intestato formalmente a Arcangelo Mirisciotti. Ficara, tuttavia, e nonostante gli accordi, aveva versato a titolo di cauzione solo 23 mila euro e non aveva pagato l’affitto mensile; Latella, pertanto, dopo alcuni mesi, non ricevendo il denaro, avrebbe sollecito il pagamento di quanto concordato, ottenendo, da parte dei nuovi gestori, un netto rifiuto. Dopo alcuni incontri avuti con Giovanni Ficara e Domenico Ecelestino, questi, pare con atteggiamento tipicamente mafioso, lo avrebbero minacciato ripetutamente. Latella, quindi, si rivolse alla giustizia ottenendo un’ordinanza di rilascio dell’azienda fissata per il 30 settembre del 2013. Alcuni giorni prima del rilascio, il 27 settembre, l’incendio che ne distruggeva completamente il locale.
Dei quattro, per i primi arrestati è stata disposta la misura cautelare in carcere, mentre Mirisciotti, ritenuto responsabile del solo reato di intestazione fittizia di beni, è stato posto agli arresti domiciliari.