La ‘Ndrangheta negli appalti della Ss 106. Scatta l’operazione “Affari di famiglia”, 5 fermi

Reggio Calabria Cronaca

Cinque persone - indagate per i reati di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso - sono i destinatari di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

I CINQUE soggetti sono ritenuti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta dei Ficara-Latella e Iamonte, entrambe operanti nel cosiddetto “mandamento di Reggio” ed in particolare - oltre che nella città dello Stretto - nei comuni di Melito di Porto Salvo e Montebello Ionico.

LE INVESTIGAZIONI dei Carabinieri hanno documentato l’infiltrazione della ‘ndrangheta “nella sua espressione unitaria delle cosche operanti sul territorio” negli appalti per la realizzazione delle opere di ammodernamento e di messa in sicurezza della SS 106, nel tratto compreso tra Reggio Calabria e Melito di Porto Salvo, più nello specifico tra i KM 6+700 e 31+600. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo i Carabinieri stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo di beni ritenuti patrimonio delle stesse cosche Ficara-Latella e Iamonte per un valore complessivo di 20 milioni di euro circa ed emesso dalla DDA reggina.

GIÀ L'11 GENNAIO SCORSO, con l'operazione Bellu Lavuru 2, era stata accertata l’infiltrazione della ‘ndrangheta nei lavori della statale 106 ed in particolare l’interesse delle cosche Morabito-Bruzzaniti-Palamara, e Maisano, Rodà, Vadalà e Talia nei cantieri della zona di Palizzi. Trai ventuno arrestati di allora erano finiti in manette anche tre dirigenti della società "Condotte", uno dei più importanti gruppi italiani nel settore costruzioni, il capo cantiere Pasquale Carrozza, di Melito Porto Salvo, l'impiegato amministrativo Rinaldo Strati, di Siderno, il direttore di cantiere Antonino D'Alessio, di Vico Equense (Napoli), il project manager Sebastiano Paneduro (51), di Catania, il direttore tecnico Cosimo Claudio Giuffrida, di Catania e un ex direttore dei lavori dell'Anas, Vincenzo Capozza di 55 anni, di Locri (Reggio Calabria).


Aggiornamento ore 08:48

LE INTERCETTAZIONI | Queste sono le frasi che i rappresentati delle cosche Ficara-Latella e Iamonte hanno in varie occasioni ripetuto al responsabile dei lavori per il rifacimento della Ss 106 nel tratto Reggio Calabria Melito Porto Salvo.

Come mai avete iniziato questi lavori senza le dovute presentazioni? Adesso dovete pagarci il disturbo!”. I malfattori, inoltre, “sconsigliavano” di rivolgersi ad altre ditte per la fornitura di servizi e di opere, verosimilmente perché poco malleabili o più semplicemente perché i subappalti dovevano essere affidate a ditte vicine alla cosca: “…le ditte a cui avete richiesto i preventivi… come quella di Bovalino…non vanno bene!”. Quando, infine, il responsabile del cantiere specificava che ancora erano in fieri dei semplici lavori di messa in sicurezza e che le opere di ammodernamento non erano ancora iniziate, i due lo congedavano con un eloquente “Ci rifaremo sentire noi”.

dite al vostro responsabile che prima di continuare i lavori si deve mettere a posto”.

…allora dal KM 6+700 fino al semaforo di Pellaro è di competenza mia, dal semaforo di Pellaro fino al KM 22+000 la competenza è divisa a metà tra la mia “famiglia” ed un'altra “famiglia, dal KM 22+000 fino al KM 31+000 la competenza è delle persone che hai incontrato la scorsa volta… adesso andiamo da loro”.

Il giovane professionista, infatti, veniva condotto in località Annà di Melito di Porto Salvo dove ad attenderlo c’era MINNITI: “…noi siamo i referenti della zona. Per il vostro quieto vivere dovete darci il 4% dell’intero importo dei lavori relativo alla posa delle barriere e del rifacimento del manto stradale. Un’impresa come la vostra non è che mo si perde per 60.000,00 euro”.

Cinque persone - indagate per i reati di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso - sono i destinatari di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

I CINQUE soggetti sono ritenuti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta dei Ficara-Latella e Iamonte, entrambe operanti nel cosiddetto “mandamento di Reggio” ed in particolare - oltre che nella città dello Stretto - nei comuni

Cinque persone - indagate per i reati di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso - sono i destinatari di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

I CINQUE soggetti sono ritenuti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta dei Ficara-Latella e Iamonte, entrambe operanti nel cosiddetto “mandamento di Reggio” ed in particolare - oltre che nella città dello Stretto - nei comuni di Melito di Porto Salvo e Montebello Ionico.

LE INVESTIGAZIONI dei Carabinieri hanno documentato l’infiltrazione della ‘ndrangheta “nella sua espressione unitaria delle cosche operanti sul territorio” negli appalti per la realizzazione delle opere di ammodernamento e di messa in sicurezza della SS 106, nel tratto compreso tra Reggio Calabria e Melito di Porto Salvo, più nello specifico tra i KM 6+700 e 31+600. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo i Carabinieri stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo di beni ritenuti patrimonio delle stesse cosche Ficara-Latella e Iamonte per un valore complessivo di 20 milioni di euro circa ed emesso dalla DDA reggina.

di Melito di Porto Salvo e Montebello Ionico.

LE INVESTIGAZIONI dei Carabinieri hanno documentato l’infiltrazione della ‘ndrangheta “nella sua espressione unitaria delle cosche operanti sul territorio” negli appalti per la realizzazione delle opere di ammodernamento e di messa in sicurezza della SS 106, nel tratto compreso tra Reggio Calabria e Melito di Porto Salvo, più nello specifico tra i KM 6+700 e 31+600. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo i Carabinieri stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo di beni ritenuti patrimonio delle stesse cosche Ficara-Latella e Iamonte per un valore complessivo di 20 milioni di euro circa ed emesso dalla DDA reggina.