Lamezia: Gdf sequestra oltre 15.000 prodotti contraffatti, una denuncia
I “baschi verdi” del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme - in sinergia con militari della compagnia di Catanzaro, coordinati dal Comando provinciale del corpo - al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato dei beni e servizi hanno sottoposto a sequestro penale 3.263 fra articoli con marchi contraffatti e con simbolo “ce” ingannevole, denunciando alla procura della Repubblica di Lamezia Terme il titolare della ditta, per i reati di contraffazione e frode in commercio.
L’azione istituzionale è stata indirizzata al contrasto della Contraffazione di prodotti di uso comune, potenzialmente anche Molto nocivi non solo per la tutela del “made in Italy”, ma anche per la salute e l’incolumità fisica dei consumatori finali.
In tale contesto, la mirata attività svolta dai finanzieri ha permesso di sottoporre a controllo una grossa azienda, condotta da soggetti di etnia cinese, esercente il commercio al dettaglio di abbigliamento e articoli casalinghi, provenienti, in gran parte, dal mercato asiatico.
All’interno dei locali sede dell’impresa, ubicati nel quartiere “Nicastro” di Lamezia Terme, sono stati individuati svariati prodotti Illeciti, tutti esposti per la vendita. Alcune merci riportavano noti marchi - appartenenti ed adoperati da Famose ditte nazionali ed estere - abilmente contraffatti e del tutto idonei a trarre in inganno i consumatori finali dei prodotti, specie quelli meno attenti.
Altri oggetti erano privi delle indicazioni di sicurezza e di provenienza, delle istruzioni d’uso e di altri dati indispensabili a garantire la completa informazione della clientela sulle caratteristiche e sulla composizione dei beni in vendita.
Infine, moltissimi prodotti rinvenuti nei locali dell’azienda ispezionata riportavano il logotipo “ce”, acronimo della dicitura “china export”, caratterizzato tuttavia da veste grafica - sia per dimensioni, che per colore - del tutto ingannevole. Ciò, in quanto il simbolo predetto risultava molto simile e, quindi, confondibile col contrassegno di conformità europea “ce” (European Conformance), previsto per individuare facilmente tutti i prodotti che hanno positivamente superato gli stringenti controlli qualitativi richiesti per essere commercializzati sul territorio dell’unione europea.
Il simbolo “ce” genuino, infatti, deve essere obbligatoriamente applicato sia ai prodotti comunitari, che a qualsiasi genere importato da paesi esterni rispetto all’unione europea, per i quali la legge preveda una certificazione di conformità, volta a garantire, fra l’altro, soprattutto elevati livelli di qualità e sicurezza a garanzia degli utenti finali.
Alcune aziende commerciali extracomunitarie hanno invece artatamente introdotto un loro simbolo “ce”, che risulta in apparenza del tutto simile a quello di conformità europea, ma che significherebbe “china export”, rappresentato sempre dalle sole lettere iniziali “ce”.
Questo stratagemma permette a molti operatori commerciali senza scrupoli di ingannare i consumatori finali europei, che notando il simbolo “ce” sulle confezioni dei prodotti, si convincono erroneamente che gli stessi abbiano i rigorosi requisiti qualitativi e di sicurezza previsti dalla normativa comunitaria vigente.
È bene precisare che commercializzare prodotti con il simbolo “ce” (china export) non genuino e con veste grafica simile o identica a quello “ce” (european conformance) può integrare la fattispecie criminosa di “frode nell’esercizio del commercio”, punita dal codice penale italiano.
Sono stati parimenti rinvenuti e sequestrati amministrativamente ulteriori 11.782 articoli, per varie violazioni concernenti la mancanza di sufficienti indicazioni di sicurezza e di provenienza, delle istruzioni d’uso e di altri dati indispensabili a garantire la completa informazione della clientela, in merito alle caratteristiche ed alla composizione dei beni in vendita.