Traffico internazionale di droga tra Calabria e sud America: 24 arresti, sequestrati 1500 chili di stupefacente

Reggio Calabria Cronaca

24 persone, accusate di essere i responsabili di un traffico internazionale di stupefacenti, sono i destinatari di altrettanti ordini di arresto che la Guardia di Finanza calabrese sta eseguendo nella mattinata di oggi. Durante l’inchiesta che ha portato alla maxi operazione, sono stati sequestrati oltre 1500 chilogrammi di droga e sarebbe emerso che gli accusati sarebbero degli affiliati ad una cosca di ‘ndrangheta. Il traffico di stupefacente partiva dal Sud America per giungere in Europa utilizzando delle navi mercantili e sbarcando nel porto di Gioia Tauro, nel reggino. Nel frattempo, anche la polizia brasiliana sta collaborando al blitz arrestano 20 trafficanti sudamericani.

Alle 11,30 di oggi, presso la Procura della repubblica di Reggio Calabria, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il procuratore della repubblica di Reggio Federico Cafiero de Raho e il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, illustreranno gli esiti del blitz svolto dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro in collaborazione con numerose forze di polizia straniere. Parteciperanno, fra gli altri, il comandante regionale Calabria della Guardia di finanza Gianluigi Miglioli, il comandante provinciale di Catanzaro Antonio de Nisi, il capo del terzo reparto servizi della direzione centrale per i servizi antidroga Salvatore Favarolo e il comandante dello Scico di Roma Giuseppe Magliocco.


I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE

12:15 | LE INDAGINI, sono state coordinate dalla Dda di Reggio e dalla procura federale dello stato di San Paolo del Brasile, e avrebbero permesso di disarticolare delle distinte organizzazioni di carattere transnazionale dedite al traffico internazionale di stupefacenti e che hanno movimentato ingentissime quantità di droga: basti pensare ai sequestri di circa 2 mila kg di cocaina purissima effettuati in meno di due anni. Si sarebbe accertato, in particolare, che le organizzazioni interagivano in maniera sinergica tra di loro, asscirando il traffico di enormi quantitativi di droga dal continente sudamericano (Brasile, Perù, Ecuador, Colombia) verso i più importanti porti europei.

Due i filoni di indagine collegati: l’operazione “Buongustaio” coordinata dalla Dda e la “Monte Pollino” coordinata invece dalla procura brasiliana, che hanno collaborato tra diversi stati, sia tra autorità giudiziarie che tra polizie, con il raccordo informativo della guardia di finanza del comando provinciale di Catanzaro

Come accennato, la ricostruzione dell’intera filiera legata alla fornitura, al pagamento, allo stoccaggio, al trasposto e alla destinazione della cocaina è stata resa possibile grazie ad una complessa e continua attività di coordinamento info-investigativo e di cooperazione giudiziaria a livello internazionale che ha progressivamente coinvolti numerosi paesi europei e sudamericani. L’attivazione di apposite rogatorie internazionali ha consentito di usufruire, nelle fasi più delicate delle indagini, dell’importantissimo supporto info-investigativo assicurato dalla polizia brasiliana, del Regno Unito (Nca e Metropolitan Police di londra), della Spagna (Udyco e Brigata blanqueo de Capital di Madrid), del Portogallo (polizia giudiziaria di Coimbra), del Montenegro (Polizia nazionale - unità antidroga di Podgorica), dell’Olanda (polizia investigativa nazionale - dipartimento di Amsterdam), del Belgio (polizia giudiziaria di Hasselt) e della Svizzera. L’azione sinergica tra i vari stati coinvolti rende l’operazione “buongustaio” un modello di riferimento assoluto nel panorama della cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia.

IL FILONE ITALIANO ha riguardato un sodalizio criminale di matrice ‘ndranghetista (collegato alle cosche Ietto-Cua-Pipicella operanti nella ionica reggina) che, impiegando le ingenti disponibilità finanziarie acquistava e importava dal sud America enormi quantitativi di cocaina a bordo di navi mercantili provenienti principalmente dal Brasile e dal Perù. Il sodalizio avrebbe avuto come promotore e direttore Pasquale Bifulco, soggetto ritenuto “con consolidata esperienza nel settore del narcotraffico internazionale” il quale avrebbe gestito personalmente i rapporti con i fornitori sudamericani, avvalendosi della collaborazione di Vito Francesco Zinghinì, anch’egli con precedenti specifici nel settore degli stupefacenti. In particolare, quest’ultimo si sarebbe recato più volte in sud America, restandovi anche per lunghi periodi, per concordare le modalità di importazione dello stupefacente e, una volta rientrato in Calabria, riferiva al capo gli esiti delle trattative.

Nel contempo, Zinghinì si preoccupava di individuare i canali di smistamento della cocaina nel territorio nazionale insieme a Fabrizio Matteo Nardella e ad altri soggetti operanti nell’interland torinese e nel resto del nord Italia. “Sfruttando la sua esperienza di broker della cocaina, Bifulco – sostengono gli investigatori - entrava in contatto con altre importanti organizzazioni di narcotrafficanti, tra cui quella operante in Olanda e capeggiata dal montenegrino Vladan Radoman con il quale realizzava una vera e propria joint venture per l’acquisto e il trasporto della cocaina dal sud America cercando, fra l’altro, di sfruttare l’apparato logistico di cui la predetta organizzazione disponeva in alcuni porti europei”.

Mediante la tecnica del cosiddetto “rip-off”, ovvero collocando la droga all’interno di borsoni posti all’ingresso dei container per rendere immediato ed agevole il loro recupero nei porti di destinazione o di transito, Bifulco e Radoman avrebbero pianificato nel tempo numerose importazioni di cocaina dal Brasile, indirizzando i carichi nei principali scali europei.

Le indagini hanno permesso di individuare i canali di rifornimento e di importazione dello stupefacente, così da consentire l’intercettazione di numerosi carichi di cocaina, sia direttamente nei paesi di origine che nei vari porti europei di destinazione, tra cui principalmente quello di Gioia Tauro dove fondamentale è stata la collaborazione fornita dai finanzieri del reparto locale.

I VOLUMI DI COCAINA INDIVIDUATI IN UN ANNO

BRASILE - 17.08.2012: - KG. 169;

PORTO DI LEIXOES (PORTOGALLO) - 15 E 16.10.2012: KG. 313;

PORTO DI GIOIA TAURO - 23.10.2012: KG. 118;

PORTO DI GIOIA TAURO - 26.10.2012: KG. 76;

PORTO DI VALENCIA (SPAGNA) - 27.01.2013: KG. 100;

PORTO DI ANVERSA (BELGIO) - 07.03.2013: KG. 191;

PORTO DI GIOIA TAURO - 06.04.2013: KG. 137;

BRASILE - 26.04.2013: KG. 108;

PORTO DI GIOIA TAURO - 08.06.2013: KG. 218;

GIOIA TAURO - 29.08.2013: KG. 33.

Il sequestro di questi quantitativi ha arrecato perdite economiche alle organizzazioni. La cocaina veniva, infatti, pagata in sud America al prezzo base di circa 4 mila euro al chilogrammo, per cui gli acquisti non andati a buon fine hanno comportato esborsi in danaro per oltre 6 milioni di euro. Nel contempo, una volta lavorata e immessa in commercio, la droga sequestrata avrebbe fruttato circa 200 milioni di euro all’ingrosso e 400 milioni di euro al dettaglio. In tal senso, particolare rilevanza ha assunto la collaborazione instaurata con l’autorità giudiziaria e la polizia federale brasiliana da cui è scaturita in quel paese un’indagine parallela, denominata operazione “Monte Pollino”, grazie alla quale il reparto antidroga della polizia di San paolo ha individuato i membri della potente organizzazione di narcotrafficanti operante in Brasile, capeggiata da Milan Tomasin Rivera detto “Rayco” e da Dutra Wagner Pereira, che riforniva di cocaina il sodalizio calabrese; sono stati acquisisti importanti riscontri investigativi che hanno, specularmente, confermato i ruoli e le responsabilità dei compratori europei capeggiati da Bifulco e Radoman; sono stati effettuato in Brasile sequestri per oltre 500 kg. di cocaina, di cui buona parte destinata al sodalizio italiano.

Sempre nel quadro dell’Operazione buongustaio, un’analoga intesa collaborativa è stata, poi, raggiunta con l’autorità giudiziaria e la polizia belga in un altro filone investigativo che ha portato all’individuazione di un sodalizio criminale di narcotrafficanti operante tra il Belgio e la Calabria, facente capo a fratelli Gennaro e Antonino Bartolomeo, originari di Reggio Calabria e composto da altri calabresi nonché da cittadini belgi, olandesi e sudamericani.

Le indagini condotte dalla polizia di Hasselt (operazione denominata “Touw”) in stretta sinergia con il Goa della Guardia di finanza di Catanzaro, sono culminate lo scorso 16 dicembre con l’esecuzione in Belgio, Olanda e in Italia di 22 ordini di arresto, dopo che al sodalizio sono state sequestrate partite di cocaina per 470 chilogrammi.

Per quest’ultimo filone investigativo, non è stato possibile procedere ad un’esecuzione congiunta come per il Brasile, in quanto l’autorità giudiziaria belga, per ragioni di necessità ed urgenza legate a possibili pericoli di fuga di alcuni indagati, non ha potuto attendere i provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria reggina.