All‘Accademia delle belle arti persentazione del libro di Sante Notarnicola
Un’iniziativa di riflessione collettiva, che vuole essere anche un omaggio alla saggezza e alla coerenza di una lunga militanza, oltre che di scrittura e poesia, per presentare al pubblico e soprattutto ai più giovani studenti, l’ultimo libro di Sante Notarnicola che porta le illustrazioni del pittore incisore Marco Perroni. Giovedì 27 marzo alle 15,30 presso l’Auditorium dell’Accademia di Belle Arti alla presenza di Sante Notarnicola, con l’ausilio di contenuti video tra cui poesie lette dall’amico Gian Maria Volontè, documenti e lettere tra cui una con Primo Levi, i disegni di Marco Perroni, fotografie e scritti vari.
Dalla quarta di copertina.
“Questa scelta antologica di poesie scritte durante un trentennio diventa l’occasione per una particolare scansione della storia d’Italia, perché questi versi oscillano, lenti o vorticosi, tra l’anima e il muro di tante prigioni.
Corredato di un ampio saggio introduttivo e di note che ne inquadrano la mole di rimandi alla cronaca e alla cultura di quegli anni che l’autore riversa sulla pagina, L’anima e il muro, duellanti senza pace, ne raccoglie i momenti principali. Sante Notarnicola ha attraversato il Novecento italiano da ribelle: operaio, bandito, carcerato.
I tre tempi della sua vicenda biografica sono scanditi dalla poesia, una vera e propria autobiografia in versi, contemporanea a quella generazione che ingaggiò una guerra senza esclusione di colpi con lo Stato lunga circa un ventennio. In disaccordo con la linea attendista del Pci negli anni Cinquanta, rompe con il Partito e seguendo un progetto di guerriglia diviene rapinatore con la famigerata Banda Cavallero. Arrestato nel 1967 e condannato all’ergastolo, prosegue e insieme inizia la sua vera attività politica.
Da allora, la Storia d’Italia s’incaricherà di fargli visita nelle varie patrie galere del suo lungo soggiorno. Notarnicola la accoglierà a suo modo: animando il movimento per i diritti dei detenuti sul finire degli anni Sessanta; conoscendo e confrontandosi con lo stato maggiore della lotta armata, dalle Br ai Nap a Prima Linea, tentando l’evasione e sperimentando sulla pelle il regime di articolo 90 nelle carceri speciali. Dopo vent’anni, otto mesi e un giorno si riaffaccerà alla vita esterna fino alla lenta estinzione della pena. Poesie di lotta e inni rivoluzionari, gridi muti di rabbia e squarci di lirismo nati in un contesto, come la carcerazione politica, dove la speranza della libertà è una quotidiana collettiva eucarestia o non è”.
Nel 1972 Sante ha pubblicato con Feltrinelli la sua semibiografia L’evasione impossibile (ristampata da Odradek a partire dal 1997). È autore di tre raccolte poetiche: Con quest’anima inquieta (Senza Galere, 1979), La nostalgia e la memoria (Giuseppe Maj, 1986) e l’ibrido Materiale interessante (Edizioni della Battaglia, 1997). Alcuni suoi versi compaiono nel volume collettivo Mutenye. Un luogo dello spirito (Odradek, 2001).
La sua storia, i suoi anni di dura militanza sono parte della storia del ‘900, tanto che Carlo Lizzani ne fece il film “Banditi a Milano”.
A cura e con la partecipazione di diversi partner solidali e attivi sul territorio come: Accademia di Belle Arti, C.S.O.A. Cartella, Centro Socio Culturale Nuvola Rossa Villa S. Giovanni, Collettivo UNIRC, Kollettivo Onda Rossa Cinquefrondi, SOS Rosarno, Città del Sole edizioni, Associazione Nazionale Videografi, Lyriks