Miletta (Sel) sulla situazione dell’amministrazione comunale di Catanzaro
“Il tentativo che Sergio Abramo sta attuando di allontanare da sé ogni macchia e sospetto non porterà lontano perché si tratta solo di una disperata azione di maquillage che lascia inalterata la gravità della situazione etica e giudiziaria della sua maggioranza. I cittadini catanzaresi hanno avuto modo di verificare il tipo di approccio e di pratica amministrativa messa in atto in questi mesi che, al di là delle singole posizioni giudiziarie che certamente troveranno il giusto esito nelle aule dei tribunali, si è manifestata in tutta la sua arroganza e prepotenza”. E’ quanto scrive Fernando Miletta Coordinatore provinciale Sel di Catanzaro.
“Le notizie che tutti hanno appreso su “Catanzaropoli” – continua lanota - riguardano componenti della giunta Abramo che hanno piegato all’interesse personale e a quello di pochi loro amici l’alto ruolo istituzionale assegnato con il coinvolgimento di dirigenti e dipendenti comunali.
Interi settori dell’amministrazione gestiti in barba ad ogni doveroso principio di trasparenza e legalità dove il primo obiettivo era quello di conseguire utilità dirette o favorire amici, parenti e portatori di voti a scapito di tutti gli altri.
Di coloro i quali cioè pagano le multe, le imposte e i tributi, partecipano fiduciosi ai concorsi pubblici, sopportano i disagi della mancanza di acqua potabile per settimane, restano imprigionati dalle montagne di spazzatura per le strade, assistono indignati alle speculazioni sulle mense scolastiche dei loro bambini. Di quei cittadini che anche nel momento di massima partecipazione democratica vengono offesi e imbrogliati come hanno già dimostrato le indagini giudiziarie.
Ci troviamo davanti ad uno scempio morale al quale non si può rispondere solo sostituendo questo o quel personaggio oramai diventato scomodo. Non compete a nessun partito politico, nell’ottica dell’assoluto garantismo, esprimersi su vicende al vaglio della magistratura ma una valutazione di carattere politico la si può già fare. La giunta Abramo, già pesantemente macchiata dallo scandalo del voto di scambio che ha portato ad una nuova e parziale tornata elettorale, si regge ancora grazie al sostegno di consiglieri di maggioranza sui quali pendono pesanti accuse.
Fra questi Giulio Elia, attuale presidente della Commissione Urbanistica. Ora, è di tutta evidenza, che al di là della richiesta di rinvio a giudizio per concussione avanzata dalla Procura della Repubblica nell'ambito dell'inchiesta su presunti illeciti connessi al Parco commerciale "Romani", ci sono responsabilità politiche acclarate che rendono impossibile la sua permanenza non solo alla presidenza della Commissione ma anche in Consiglio comunale e Francesco Leone rinviato a giudizio con processo fra pochi giorni per presunta compravendita di voti. La Procura, sulla base delle indagini della Digos ha ipotizzato anche l'utilizzo di una scheda ballerina. Secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato un nucleo di persone che avrebbe organizzato nel dettaglio la compravendita dei voti in suo favore.
Per riassumere tra assessori, consiglieri comunali, dirigenti e dipendenti comunali finiti nel mirino della magistratura, Abramo non può limitarsi a mere operazioni di facciata. Ha il compito di trarre le conclusioni più ovvie. Pretenda le dimissioni anche dei consiglieri comunali indagati, sottragga ai dirigenti comunali le competenze dei settori che li vedono coinvolti nelle indagini. Le chiacchiere stanno a zero, contano solo i fatti. Se, invece, non farà con urgenza questi ulteriori passi significa che non ha la forza politica necessaria per guidare la città capoluogo e ne deve trarre le conseguenze: si dimetta risparmiando ai catanzaresi altri spettacoli indecorosi ed offensivi”.