Comune Crotone: Cimino e Pedace lamentano inutile spreco di risorse

Crotone Attualità

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa a firma dei consiglieri comunali di Crotone Manuela Cimino e Enrico Pedace, che ha come oggetto “la mancata risposta da parte del Sindaco ad una richiesta protocollata 4 mesi fa da parte dei presidenti di commissione, in cui si chiedeva di trasferire nuovamente i gruppi consiliari nella casa comunale al fine di sopperire ad un inutile spreco di risorse (attualmente la sede è in un appartamento in affitto) ma anche al fine di favorire l'interazione tra consiglieri e amministrazione attiva, consiglieri e uffici preposti”:

“Risale a circa quattro mesi fa (ormai abbiamo perso il conto), la richiesta protocollata dai Presidenti di Commissione, in accordo con buona parte dei Consiglieri Comunali, che aveva come oggetto la volontà di tornare a svolgere l’attività istituzionale nella casa comunale e pertanto di interrompere il contratto di locazione dei locali di Via Roma 51, sede della “Presidenza del Consiglio” (non ricordiamo neppure che faccia abbia il Presidente) e dei Gruppi Consiliari.

Perché questa volontà da parte dei Consiglieri? Bene, i motivi sarebbero infiniti ma cercheremo di analizzare i principali, partendo dai problemi di natura tecnica, fino ad arrivare a quelli di natura pratica.

Proviamo a ricostruire una breve cronistoria al fine di fare emergere i motivi per i quali, quasi tre anni fa, venivamo allontanati dalla casa comunale, senza tenere minimamente conto delle resistenze in merito a questo trasferimento, e senza considerare in alcun modo le evidenti argomentazioni per le quali vi era una chiara volontà di restare in quella che oggi come allora, riteniamo la sede naturale.

Il Presidente del Consiglio, in accordo con “non si sa chi”, decide che il Palazzo di Piazza della Resistenza, non ha i comfort necessari per far si che i Consiglieri Comunali e il suo Ufficio di Presidenza possano svolgere la propria attività istituzionale nel pieno delle proprie facoltà, decidendo pertanto (sempre in accordo con non si sa chi), di chiudere un contratto di locazione da circa 2.200 EURO mensili, per un appartamento da arredare.

Ecco che emerge il primo motivo per il quale, vi è da parte nostra la necessità di tornare immediatamente nel palazzo comunale; non è contemplabile che in un momento storico come questo, un Comune si presti ad un inutile spreco di risorse pagando un mensile oneroso per un appartamento, all’interno di un condominio, sistemato con arredi nuovi di pacca, computer e accessori vari e del tutto superflui.

Forse l’intento era quello di seguire il modello aziendale di successo “google” che consiste nel garantire il massimo comfort e tutti i servizi necessari, al fine di ricavare la massima efficienza dai propri dipendenti. Meglio riderci sopra!!!

Dopodiché, affrontato il problema principale dell’inutile dispendio di denaro, torniamo su argomentazioni già evidenziate all’epoca di questa forzatura subita.

I locali di Via Roma 51, sono inagibili e non possono essere fruiti da più di 20 persone; questo significa che le sedute pubbliche devono rispettare questo standard diventando pertanto “semi-pubbliche”. Non esistono telecamere di sicurezza e nessun altro tipo di sorveglianza quindi il personale (spesso donne sole) è sottoposto continuamente a rischi per la propria incolumità.

La porta di accesso da direttamente sul pianerottolo del condominio, consentendo a chiunque di potervi accedere. Varcata la soglia della porta di ingresso, subito sulla sinistra vi è una stanza raggiungibile con estrema facilità, dove sono posizionate le cassettine della posta belle in evidenza con apposto il nome di ogni singolo consigliere.

Quando mai si è visto un ufficio pubblico senza uno straccio di controllo? Ma nel Comune di Crotone (sedi distaccate incluse), ormai alla deriva su tutti i fronti, tutto è possibile …

Parliamo dei diversamente abili; qual è quel Comune in cui una persona diversamente abile non può assistere ad una seduta aperta di commissione consiliare perché non vi è possibilità alcuna di accedervi? Lasciamo questo interrogativo alla riflessione e andiamo avanti ..

“Ufficio Presidenza del Consiglio”, questa la dicitura riportata sulla targa affissa fuori la porta della sede dei gruppi consiliari ma il Presidente del Consiglio dove si trova? Sicuramente non nei locali di via Roma 51 bensì nella Casa Comunale dove è rientrato (neanche a distanza di un mese) dopo essersi assicurato di avere sistemato al meglio i propri Consiglieri; quanta premura!!!

Ma davvero la location naturale per un consigliere comunale è un appartamento dislocato dalla struttura dell’ente, dagli organi pertinenti e soprattutto dall’amministrazione attiva con la quale non si ha alcun tipo di relazione?

Reperire un documento? Impresa ardua e dai molteplici imprevisti; strano, molto strano per soggetti che in teoria dovrebbero avere massima libertà e legittimità per quanto concerne l’accesso agli atti.

Per interagire con il Sindaco e con gli Assessori (tralasciando il medesimo problema con funzionari e dirigenti), come si fa? Occorre, previa comunicazione scritta, un invito a partecipare ad apposita seduta di commissione ma sia chiaro, in queste rare occasioni non si concordano decisioni o iniziative, bensì ci si limita a prendere atto di determinazioni già avvenute in altre sedi. Zero scambio, zero confronto, zero interazione; indi per cui, anche quando ci si scomoda per raggiungere “i consiglieri fuori sede”, che senso ha?

Il Consiglio Comunale, in teoria dovrebbe avere la funzione di organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, pertanto dovrebbe avere un’interfaccia costante con l’amministrazione attiva ma la realtà è decisamente diversa ovvero, a fare da padrone è la totale mancanza di interazione e dialogo.

Sarà che in 8 anni c’è stato un turnover di assessorati che ha visto l’avvicendarsi di 40 persone, sarà che gli assessori in carica li vediamo di sfuggita solo quando, una volta ogni 3 mesi viene convocato un consiglio comunale con 70 punti all’ordine del giorno, sarà quel che sarà ma in questo momento facciamo fatica a ricordare anche i loro volti!!!

Potremmo continuare e scrivere un papiro a tale proposito ma crediamo che sia sufficiente così. Come accennato in premessa, siamo da circa quattro mesi in attesa di riscontro. Anzi, l’unico riscontro avuto è stata una chiara presa in giro che annunciava un trasferimento previsto per i primi di marzo in due uffici situati al piano terra del palazzo comunale; a quanto pare, la voglia di lavorare si riscontra anche nelle piccole, piccolissime cose ma forse siamo noi che ancora, a distanza di tre anni ci illudiamo che si possa trovare un modo per lavorare in maniera congiunta con l’obiettivo comune di risollevare un territorio completamente abbandonato.”


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