Riforme: le imprese chiedono al Governo Camere di commercio più forti
Il nuovo Governo ha impresso una forte accelerazione sulla strada delle riforme di cui il Paese ha estremo bisogno. Riforme che anche le Camere di commercio hanno richiesto da tempo e che dunque sostengono.
Tuttavia, in queste settimane il Governo ha avanzato l’ipotesi di eliminazione dell’obbligo per le imprese di iscrizione alle Camere di commercio. Sarebbe un pericoloso errore. Perché così facendo si determinerebbe una sostanziale scomparsa del Sistema camerale, con un grave danno per lo sviluppo delle nostre imprese, dei nostri territori e del Paese.
Le Camere di commercio, grazie al Registro delle imprese, sono uno strumento indispensabile per assicurare la trasparenza del mercato e la conoscenza immediata di tutte le attività economiche sul territorio. Sono un presidio di legalità irrinunciabile, come provano le reiterate e numerose minacce giunte ai loro presidenti in ogni angolo d’Italia. Sono le uniche istituzioni, svincolate dalla politica, interamente dedicate a promuovere e sostenere le imprese nell’interesse delle economie locali e dei territori.
Abolire il contributo annuale delle imprese alle Camere di commercio – come il governo ha proposto di fare - minaccia di togliere al sistema economico, proprio quando ne ha più bisogno, gli strumenti per garantire la legalità, assicurare il sostegno al credito e la spinta all’export oggi garantiti in maniera efficiente dalle Camere di commercio. L’ipotesi di trasferire compiti e funzioni delle Camere di commercio ad altri enti pubblici, poi, scaricherebbe su tutti i contribuenti i costi dei servizi camerali.
Lo smantellamento delle Camere di commercio non sarebbe dunque un favore, ma un danno alle imprese. Soprattutto a quelle più piccole – la grandissima maggioranza – che hanno estremo bisogno di istituzioni che le sostengano. Alle imprese servono Camere di commercio più forti, più efficienti, meglio organizzate.
Una proposta organica di riforma del Sistema delle Camere di commercio è già all’attenzione del Governo. Per evitare inutili dispersioni di energia e improduttive sovrapposizioni di ruoli, prevede:
• che le competenze del Sistema camerale si indirizzino su alcune funzioni fondamentali (regolazione del mercato e semplificazione amministrativa; informazione economica; supporto PMI per l’accesso al credito; servizi per promuovere l’internazionalizzazione; promozione e assistenza delle nuove imprese; servizi per l’alternanza scuola-lavoro e l’orientamento)
• una razionalizzazione del numero delle Camere di commercio attraverso una ridefinizione delle circoscrizioni in base alle caratteristiche geo-economiche dei territori
• una redistribuzione delle competenze delle Camere di commercio tra i diversi livelli di governo territoriale
• una sensibile riduzione del numero delle Aziende speciali e una razionalizzazione delle partecipazioni societarie delle Camere di commercio
• l’introduzione di costi standard per la qualità dei servizi da erogare alle imprese dei diversi territori e dei relativi costi
• la definizione del diritto annuale sulla base dei costi standard e alle priorità strategiche fissati con Governo e Associazioni, nel rispetto del principio di autofinanziamento dell’ente camerale
• una governance rinnovata con una forte riduzione dei componenti delle Giunte e dei Consigli camerali.
Le Camere di commercio vogliono “fare di più e meglio, con minori costi”. Per questo il nostro processo di ottimizzazione delle risorse intende produrre una spending review mirata ma tangibile. Che ci renda più solidi e pronti anche a gestire – se si rendesse necessario - nuove funzioni delegate di interesse per le imprese, derivanti dalla riforma Delrio sulle Province e Città metropolitane.
“Una vera modernizzazione dell’Italia – ha affermato il Commissario Straordinario della Camera di commercio di Crotone Felice Iracà - non può che ripartire dal rafforzamento dei territori e delle loro eccellenze, perché è su di loro che il Paese si è retto in questi anni di crisi. Senza il supporto diffuso delle Camere di commercio, questa tenuta non ci sarebbe stata e il sistema delle imprese avrebbe pagato un prezzo ancora più alto alla crisi.
Durante questi anni la Camera di commercio di Crotone ha svolto un’importante funzione per la promozione ed il consolidamento delle imprese del territorio della provincia e per la loro internazionalizzazione, per la promozione delle infrastrutture (con particolare riferimento all’aeroporto e al porto), per l’informazione economica (unico Osservatorio socio-economico della provincia di Crotone), per la legalità (basti pensare al progetto Insider, riconosciuto tra le buone prassi dal Ministero dell’interno e dall’Ocse).
Tali attività, realizzate secondo i più innovativi standard di qualità, hanno fatto sì che la Camera di commercio di Crotone emergesse quale Ente di eccellenza nel panorama delle Pubbliche amministrazioni sia a livello nazionale che europeo, ma, soprattutto, hanno garantito la presenza costante dell’Ente accanto alle imprese crotonesi, acquisendo la loro fiducia ed il loro apprezzamento. Ecco perché l’Italia di domani non può prescindere da una riforma delle Camere di commercio, le istituzioni dei territori, che sappia rilanciarle più forti e più efficienti nel futuro”.