Tropea: sequestrato ristorante in costruzione nel porto
Continua incessante l’attività del personale del nucleo operativo difesa del mare della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, impegnato su più fronti in questo periodo.
In particolare, nella mattina di ieri, una radiomobile della guardia costiera di Vibo, mentre era impegnata in attività di pattugliamento del litorale costiero compreso tra Vibo e Capo Vaticano, entrata nel porto di Tropea notava la presenza di materiale edile e lavori in corso su un immobile incamerato tra i beni dello stato e attualmente ricadente nel porto turistico dato in concessione cinquantennale alla società che gestisce il porto di Tropea.
I guardacoste, insospettiti dai lavori in atto, procedevano al controllo del fabbricato e rilevavano numerose innovazioni eseguite sia all’interno che all’esterno della struttura. Alla richiesta delle varie autorizzazioni occorrenti per le modifiche in corso d’opera e ormai apportate, emergeva che i lavori erano stati commissionati da una ditta che aveva stipulato un contratto di locazione con la società che ha in concessione il porto turistico.
In considerazione del fatto che tutti i manufatti insistenti in area demaniale marittima in concessione, per poter essere occupati da terzi necessitano dell’autorizzazione contemplata dall’art. 45 bis del codice della navigazione, il quale prevede espressamente che il concessionario può affidare ad altri soggetti la gestione delle attività oggetto della concessione principale, solo con specifica autorizzazione dell’ente che gestisce il demanio marittimo, in questo caso il comune di Tropea, ravvisata la carenza di tale atto autorizzativo, emergevano le ipotesi di reato di occupazione e innovazione abusiva di fabbricato insistente su suolo demaniale marittimo.
Nella fattispecie i militari operanti ravvisavano le violazioni degli artt. 54 ed 1161 del codice della navigazione. In più vi è da evidenziare che i lavori di ammodernamento già realizzati e in corso sulla predetta struttura, trattandosi di bene incamerato tra quelli dello stato, sarebbe dovuta essere sottoposta a specifico nulla osta dell’agenzia del demanio di Catanzaro, in quanto qualsiasi modifica strutturale di un’opera incamerata potrebbe inficiare sulla quantificazione delle volumetrie generali andando ad incidere sul canone concessiorio annuale.
Ravvisati quindi i reati di occupazione e innovazione abusiva di opere insistenti e incamerate tra quelle dello stato, i militari della guardia costiera operanti il controllo contattavano il pubblico ministero di turno della procura della repubblica di Vibo Valentia - Santi Cutroneo – che condivideva l’esigenza rappresentata dagli operatori di polizia giudiziaria di dover procedere al sequestro preventivo d’iniziativa dell’intero manufatto di circa 260 mq..
L’intera struttura veniva, quindi, sequestrata mediante l’apposizione nastro bicolore lungo tutto il perimetro, l’affissione di sigilli e cartelli monitori recanti la dicitura “area sottoposta a sequestro preventivo”. Il manufatto sottoposto a sequestro, veniva, quindi, affidato, senza facoltà d’uso, in custodia giudiziale al titolare della ditta che aveva commissionato i lavori.