“Alzheimer, una malattia da condividere”, se ne parla a Cosenza
Sabato mattina, a partire dalle 09:30 presso la sede del Coni di Cosenza, a Piazza Matteotti, si parla di “Alzheimer, una malattia da condividere”.
Un morbo, quello descritto per la prima volta nel lontano 1906, appartenente alle patologie di demenza degenerativa invalidante che, secondo le stime fatte da Eurocode, nel 2009 colpivano più di sette milioni di europei. Tra questi oltre un milione erano gli italiani, e i dati aggiornati confermano l’aumento dei casi negli ultimi cinque anni.
Dati che fanno dell’Alzheimer una malattia da affrontare da un punto di vista medico, ma anche culturale. Colpendo gli anziani infatti, e rendendoli spesso non autosufficienti, richiede un’adeguata conoscenza da parte di ogni cittadino, che solo così può trovarsi pronto, quando necessario, a fornire l’adeguata assistenza all’ammalato, ai familiari più stretti e, nei casi che lo riguardano più da vicino, anche a sé stesso.
Nel corso dell’incontro, organizzato in sinergia tra la Cooperativa Sociale Medicare, l’Università della terza Età di Cosenza e l’Associazione Penelope, e patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Cosenza, la problematica sarà analizzata e discussa da una duplice prospettiva: quella prettamente medica e quella psicologica.
Dopo i saluti di Manfredo Piazza, assessore alla solidarietà e coesione sociale della giunta di Palazzo dei Bruzi, interverranno Evaristo Ettorre e Giorgio Marchese. Il primo, docente di Geriatria e Medicina Interna presso l’Università di Sapienza di Roma, relaziona sul tema “invecchiare bene è possibile?”, spiegando alcune metodologie per migliorare la qualità di vita dell’anziano e facendo riferimento anche alla medicina predittiva.
Giorgio Marchese è invece specialista in psicoterapia, counselor e presidente della onlus Neverland, e dopo aver discusso del problema dal punto di vista del malato concentrerà il proprio intervento sulle persone che lo assistono, il cui arduo compito richiede notevoli capacità di reazione psicologica.
A chiusura della giornata dedicata alla conoscenza dell’Alzheimer ci saranno le testimonianze di familiari di malati colpiti da demenza degenerativa, che condivideranno con i presenti la loro esperienza contribuendo così a creare tutti quei meccanismi di risposta positiva da applicare in ogni caso particolare.