Cisal, eliminare burocrazia in eccesso per realizzare “azienda” Italia in grado di produrre ricchezza
"Tutti gli italiani – sia quelli che ne fanno parte; sia coloro che ambiscono ancora oggi a farne parte nonostante quel mondo che un tempo era considerato il cosiddetto posto fisso, sia oramai diventato solo una chimera ed una postazione traballante ed insicura – sono in trepidante attesa della più volte annunciata riforma della pubblica amministrazione". E' quanto si legge in una nota della Cisal.
"Lo sono perché - continua la nota - da una riorganizzazione – si auspica profonda, ragionata e sensata quanto più possibile – della macchina burocratica statale, sperano possa venir fuori quel qualcosa di buono che consenta all’economia del Paese di ripartire e uscire dalla palude della recessione in cui oramai da troppo tempo si trova.
Gli italiani (puri e nudi) sperano che possa essere smantellato tutto l’eccesso - cosa ben diversa da quella giusta e necessaria - di burocrazia esistente, , oggi quasi derisa e messa in un angolo.
Una eccedenza di burocrazia – creata artatamente e scientemente - che ha sinora consentito alla “mala” politica di mantenere quel carrozzone mangiasoldi costituito dal sistema delle esternalizzazioni dei servizi pubblici; dalle costosissime consulenze esterne a discapito della valorizzazione delle tante valide professionalità interne alla P.A. esistenti; dagli sprechi ed dal mantenimento di postazioni privilegiate e, non ultimo, dalle c.d. autority (delle quali molti si chiedono a cosa servono se già ci sono i Ministeri competenti per materia), etc …
Una burocrazia tanto miope e smisurata – afferma Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri-Sicurezza e P.C.M. di Cisal Fpc – da essere causa di 160 miliardi di evasione fiscale e 60 miliardi di corruzione, all’anno.
Se Tutti quanti insieme, a partire da quelli che sono deputati a questo ruolo, ci si impegnasse a recuperare e non sperperare questo fiume di denaro, nonché a sistemare ciò che nel nostro Bel Paese non va come dovrebbe, quanti posti di lavoro potrebbero essere resi disponibili, impiegando adeguatamente queste ingenti risorse finanziarie?
È necessario dare una svolta condivisa da tutto il panorama politico, pena la disfatta dell’Italia e dell’Europa!
Con valide e realistiche idee, opportunamente trasformate in concreti progetti di lavoro – prosegue la Saraceni –, si possono creare posti di lavoro stabili e con salari dignitosi.
Tanto per iniziare, si può pensare di sistemare e bonificare il nostro bellissimo ma martoriato territorio. Contestualmente, si può valorizzare il patrimonio storico e culturale di cui siamo ricchi. Così facendo si creerebbero tantissimi posti di lavoro.
Allo stesso tempo, puntando sull’innovazione e il giusto impiego del capitale umano esistente - così per come recentemente evidenziato anche da una relazione del governatore della Banca d’Italia, Visco – si può ottenere una crescita della produttività e una ripartenza dell’economia.
Altro settore lavorativo, strategico, in cui intervenire è quello dell’energia pulita. Però in quest’ambito, l’Enea possiede un gran numero di brevetti che, se non struttati in tempi brevi, finiranno per essere utilizzati, con finanziamenti europei, da altri Paesi.
Possibile mai che, ancora oggi, in Italia non si riescano a sfruttare appieno le potenzialità dell’energia pulita che ci consentirebbe di non dipendere più da altri nel settore energetico? Possibile, ancora, che non vi siano giovani con le competenze adeguate a “leggere, comprendere e sfruttare” le più recenti tecnologie (biotecnologie e nanotecnologie, ad esempio) e le moderne esigenze di vita e di lavoro high-tech, tipiche di un moderno sistema economico globalizzato?
Perché l’istruzione e la ricerca - conclude la nota della Cisal - alla pari della formazione negli ambienti di lavoro, in Italia non sono adeguatamente favorite e stimolate?
Spetta alla politica creare un contesto più favorevole a tutto ciò che è propedeutico alla valorizzazione del capitale umano, dei giovani sin dalla più tenera età. Saranno i nostri attuali politici, in grado di farlo? Speriamo!"