Tagli Trenitalia, il dissenso della Fiamma tricolore

Catanzaro Infrastrutture

“Pare finalmente concluso il “virtuoso” percorso intrapreso qualche anno fa dal “dottor Moretti: una mission che ha portato le già disastrate ferrovie calabresi alla chiusura, ormai quasi definitiva. Mission cui hanno proficuamente contribuito alcuni governi regionali, spesso assenti se non addirittura perniciosi e complici di processi strutturali che andavano contro ogni norma regolamentare e buon senso comune (preferenza concreta all’automobilistico rispetto al valore economico ed ambientale delle ferrovie)”. Lo scrive Lorenzo Scarfone, segretario provinciale del Movimento sociale – fiamma tricolore di Catanzaro.

“Non vorremmo ripeterci ma, al solito, unica voce che da sempre coerentemente e convintamente alternativa al “pensiero dominante” è quella del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore e dei suoi rappresentanti, purtroppo anche in questo campo rimasta solitaria ed inascoltata, colpa anche dei calabresi da sempre adusi al servile clientelismo piuttosto che fiera nel rivendicare diritti che sono normali per tutto il resto del globo terracqueo”.

“Ricordiamo, per primi a noi stessi, che correva l’anno 1999 quando riuscimmo a far inserire nel programma dell’allora candidato presidente della Provincia di Catanzaro, Michele Traversa, l’impegno sul “Progetto metropolitana veloce di superficie” che avrebbe dovuto collegare Lamezia (ed il suo aeroporto) a Soverato e Botricello, progetto ripreso e sancito nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Catanzaro redatto dal gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Pier Luigi Cervellati e presentato nel 2009, nel mentre Assessore Provinciale ai Trasporti era, non a caso, il rappresentante del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, Natale Giaimo, che da sempre si batte per i due più importanti nodi intermodali del trasporto ferroviario per la Calabria: quello relativo al Porto di Gioia Tauro, per il trasporto dei container in tutta Europa, e quello che dovrebbe collegare, appunto, l’aeroporto di Lamezia col resto della regione, in particolare con i principali luoghi del turismo locale”.

“Adesso, al contrario di quanto promesso ed auspicato da tutti noi, si sancisce, adducendo motivi economici chiaramente adottati solo ad uso e consumo delle popolazioni calabresi, che solo questa terra, ed i suoi abitanti, non hanno diritto di godere, forse per una sorta di “peccato originale” che ci riportiamo dietro come marchio indelebile, di un diritto costituzionalmente garantito che è quello alla mobilità (paradossalmente con l’Ad Moretti è stato sancito che hanno più diritti i cani dell’ex Ministro Brambilla che i Calabresi ed i Siciliani), ma con conseguenze chiaramente immaginabili rispetto anche ai diritti alla salute ed all’istruzione”.

“Come altri hanno ben richiamato, sono diverse le centinaia di milioni spesi in questi ultimi anni in opere mal realizzate, totalmente ininfluenti o addirittura dannose, sull’asse Catanzaro Lido-Lamezia Terme, a partire dal cemento depotenziato del ponte nei pressi di Marcellinara alla stazione-fantasma di Catanzaro (e mal ne incoglie a chi si distrae e per questa ne chiede il biglietto) e finendo al nuovo percorso che ne doveva velocizzare i tempi di percorrenza e da dopodomani rimarrà inutilizzato ed abbandonato a se stesso ed ai vandali che, come i guai per i calabresi, da noi si trovano in abbondanza. Ed a fronte di tutto ciò e per pochi milioni di euro, che tra l’altro Trenitalia dovrebbe non ricevere ma versare a noi utenti calabresi in ragione del pessimo servizio erogato, Regione Calabria e Trenitalia ci regaleranno un’estate di completo abbandono della tratta – sono state eliminate completamente le sei coppie di treni “sopravvissuti” finora alla cura Moretti - e di rinnovate difficoltà nel raggiungere posti di lavoro, di studio e di vacanza, affossando definitivamente l’ostinazione di quanti, nonostante tutto e tutti, ancora scelgono le località splendide della nostra regione per trascorrervi il loro meritato periodo di riposo ovvero per tornare a trovare, una volta l’anno, i parenti e gli amici rimasti qui a lottare, spesso contro i mulini al vento, per la sopravvivenza ed il riscatto”.

“Noi di Fiamma Tricolore possiamo solo assicurare che porteremo a tutti i livelli la voce dei Calabresi che intendono opporsi e ribellarsi a questo stato di cose, ma chiediamo a questi stessi calabresi di rialzare finalmente la testa di fronte a questo andazzo e di unirsi a noi per rivendicare i propri diritti anziché pietire favori”.