Acqua: Cgil, si faccia chiarezza su situazione Sorical

Calabria Attualità
La sede Sorical di Catanzaro

"A circa due anni della messa in liquidazione della società Risorse Idriche della Calabria e la conseguente nomina dei commissari liquidatori chiamati a risanare i conti e far uscire dalle secche in cui una discutibile e fallimentare gestione l'ha fatta precipitare, siamo ancora al punto di partenza". Lo dichiarano le segreterie regionali di Cgil Calabria e Filctem Cgil Calabria.

"Due anni per una Regione martoriata come quella calabrese, sono - secondo le due segretrie regionali - un tempo sufficiente per una obbiettiva e cocente valutazione sullo stato dell'arte del lavoro svolto e per capire se il cammino riprende, oppure i cittadini calabresi dovranno continuare a ricevere un servizio idrico pessimo ancora per molto tempo. Caratterizzato da perdite del 35-40% in virtù della vetustà delle reti di distribuzione, con forte discontinuità del servizio e colposo abbassamento della qualità dell'acqua, in primo luogo quelle destinate al consumo umano, che colloca il sistema Calabrese quale uno dei peggiori d'Italia".

"In queste perduranti condizioni, - prosegue il documento - non vi sono più alibi per i commissari liquidatori, che continuano ad annunciare con scadenze settimanali accordi sui piani di rientro delle imprese creditrici (puntualmente disattese), i quali dovrebbero permettere a Sorical la ripresa degli investimenti e dei normali cicli di manutenzione degli impianti, fortemente ridimensionati da quando la Società è in liquidazione e necessari per erogare ai cittadini calabresi acqua di qualità, con continuità e con tariffe giuste.

Ed in primo luogo per il dottore Giordano in qualità di rappresentante della parte pubblica della società, il quale invitiamo a rendere conto ai cittadini calabresi sulla effettiva situazione in cui versa Sorical e si determini finalmente il risanamento della società, pubblicamente in più occasioni auspicato, viceversa, si prenda atto del fallimento del progetto di risanamento e si sia conseguente rassegnando le proprie dimissioni.

Ora che i lavoratori cominciamo ad avere i primi pesanti segnali con il ritardo dei pagamenti delle retribuzioni, è il momento - conclude la Cgil - di chiamare in causa il convitato di pietra di questi anni, la Regione Calabria, che colpevolmente ha lasciato in stato di abbandono una azienda che avrebbe potuto diventare il fiore all'occhiello nei servizi pubblici locali".