Arrestati i due presunti scafisti dello sbarco di Reggio Calabria
Arrestati i due scafisti dello sbarco di 283 immigrati avvenuto sabato 14 giugno nel porto di Reggio Calabria: tra gli immograti vi erano almeno 113 bambini, provenienti dall’Egitto, e di varie nazionalità, tra cui siriana, sudanese ed egiziana e soccorsi in acque internazionali.
Il peschereccio che li trasportava, privo di bandiera nazionale, è stato abbandonato alla deriva a causa delle pessime condizioni generali. L’indagine per individuare i membri dell’equipaggio, è stata da subito condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, nonché dalla Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura della Repubblica. La complessa e serrata attività investigativa, svolta senza soluzione di continuità, ha consentito di individuare in due persone, di nazionalità egiziana, i responsabili dello sbarco.
I primi sospetti si erano concentrati su persone risultate, all’esito degli interrogatori, estranee ai fatti; alcune di esse, però, hanno deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria, fornendo elementi fondamentali alla identificazione dei presunti responsabili. Si tratta di Assaqa Samir Farag e Taki Eddin Mikdam Ahmed. Nei loro confronti il Pubblico Ministero ha emesso, il 15 giugno, un provvedimento di fermo per i delitti di associazione per delinquere e ingresso illegale nel territorio dello Stato, aggravati dalla circostanza di aver sottoposto i migranti a pericolo per la loro vita e per la loro incolumità, nonché di averli sottoposti a trattamento inumano o degradante.
Da una prima stima, si può ritenere che tale viaggio abbia fruttato agli organizzatori più di 550.000 dollari. Le indagini proseguono per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici.