‘Ndrangheta: Dia, sequestro di beni e titoli a Genova per 2 mln
Maxisequestro di beni e titoli a Carmelo Griffo, pregiudicato del levante genovese accusato di essere un esponente della 'ndrangheta della cosca Tratraculo. Il sequestro è stato operato dalla Dia di Genova. Nel complesso sono stati sequestrati 27 beni immobili, fra terreni e appartamenti, partecipazioni societarie e disponibilità bancarie, per un valore di oltre due milioni di euro, tutto riconducibile a Griffo, 59 anni, originario di Cerva (Catanzaro), arrivato a Chiavari nel 1994, già noto alle forze di polizia perché considerato affiliato alla cosca Tratraculo, operante nella zona di Petronà, con ramificazioni nel nord Italia.
IL DECRETO di sequestro è stato emesso dalla III Sezione - misure di prevenzione del tribunale di Genova - per effetto di una proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, inoltrata dal direttore della Dia, Arturo De Felice. Griffo, già detenuto a La Spezia, perché definitivamente condannato per delitti concernenti le armi, è stato oggetto di una complessa indagine, iniziata a seguito di un efferato omicidio, avvenuto il 4 febbraio 2000 a Petronà, in cui fu ucciso Alberto Carpino, ritenuto esponente di primo piano della cosca Tratraculo e con il quale avrebbe tenuto strettissimi rapporti. Successivamente Griffo offrì assistenza al trasferimento a Chiavari del fratello di Carpino, Salvatore.
L'ATTIVITÀ INVESTIGATIVA consentì di far luce sui preparativi di una imminente ritorsione nei confronti dei soggetti appartenenti alla cosca rivale, i Bubbo. In particolare fu sequestrato a Chiavari, il 2 febbraio 2000, un borsone contenente un fucile semiautomatico e furono arrestati in flagranza altri affiliati alla cosca per la detenzione dell'arma. L'obiettivo era uno dei componenti della 'ndrina avversaria dei Bubbo. Dall'ascolto di numerose intercettazioni ambientali, disposte nei confronti dei detenuti all'interno delle carceri di Chiavari e Genova, emersero i dettagli relativi alla necessità di trovare nuove armi da fuoco, al fine di attuare un ulteriore ritorsione nei confronti della cosca contrapposta. Carmelo Griffo, a dimostrazione della sua fedeltà, nel corso della detenzione di Salvatore Carpino, secondo le accuse, avrebbe messo a disposizione la sua abitazione per consentire l'inoltro della richiesta di attenuazione della misura cautelare, ospitando lo stesso Carpino e provvedendo al rintraccio di ulteriori affiliati dimoranti in Calabria, per completare le fasi preparatorie di altri attentati, con scarso successo, contro esponenti della cosca avversaria.
Nel gennaio del 2001, altri due affiliati vennero arrestati a Lavagna, nel Genovese, poiché trovati in possesso di un fucile Kalashnikov con relativo munizionamento, in procinto di colpire Filippo Bubbo, in quel periodo residente a Lecco e proveniente dalla Calabria. Dopo pochi giorni, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Chiavari, Griffo veniva tratto in arresto insieme a Francesco Carpino, per detenzione di due pistole all'interno del night club, di cui aveva la gestione. Sempre Carmelo Griffo è stato, inoltre, recentemente denunciato dalla Dia per trasferimento fraudolento di valori, in quanto - nell'intento di eludere l'applicazione della normativa antimafia, avvalendosi di un prestanome e dell'interposizione fittizia del coniuge, nonché dell'opera compiacente del direttore della filiale di una banca genovese riusciva a ritornare in possesso del proprio patrimonio, già sottoposto a sequestro nell'ambito di un procedimento di prevenzione instaurato a suo carico nel 2004 e, grazie ad una serie di ingegnosi passaggi di proprietà, a triplicarne il valore. (AGI)