L’amministrazione moranese contro la chiusura del reparto di Ortopedia di Castrovillari
L’amministrazione comunale di Morano a fianco delle associazioni di volontariato che ieri hanno protestato presso la Direzione Sanitaria dell’ospedale di Castrovillari contro la paventata chiusura del reparto di Ortopedia.
Nel porre l’accento sulla necessità di tenere in vita il padiglione, dopo il ridimensionamento e addirittura la cessazione di altri nuclei operativi quali Oncologia, Gastroenterologia e Otorinolaringoiatria, i promotori dell’iniziativa hanno segnalato come la politica non sia riuscita negli ultimi anni a scongiurare il continuo declassamento della sanità nel distretto del Pollino.
A rappresentare l’esecutivo De Bartolo nella manifestazione di giovedì scorso, il consigliere vicecapogruppo Rocco Antonio Marrone e il componente l’Ufficio di Gabinetto del sindaco, Franco Marino. Entrambi, nel ratificare i motivi e la forma di lotta organizzata dalle famiglie dei disabili e da altri sodalizi operanti in zona, hanno assicurato la vicinanza e la disponibilità dell’assemblea elettiva moranese a sostenere azioni adeguate e proposte che possano evitare l’interruzione di un servizio importantissimo per le popolazioni dell’alto cosentino.
«Urge lo sblocco del turnover, sì da poter sopperire alla carenza di personale nei reparti e facilitare l’ingresso di giovani medici. La nuova classe dirigente scaturita dalla recente competizioni elettorale – hanno osservato Rocco Marrone e Franco Marino – vigilerà sulle decisioni che inevitabilmente si riverberano sui cittadini/utenti cagionando loro disagi e problemi di non facile soluzione».
«E’ indispensabile determinarsi in un percorso condiviso, che riunisca le municipalità dell’area urbana», dichiara il sindaco Nicolò De Bartolo. «Penso a un incontro pubblico, aperto a tutte le forze del territorio, legittimate a intervenire con efficacia nel tentativo di arginare l’ennesima violazione di un diritto sacrosanto come quello alla salute, più volte calpestato e offeso con scelte improvvide e condannate dalle popolazioni interessate; opzioni assolutamente inaccettabili, che antepongono le fredde logiche di bilancio al soddisfacimento dei bisogni primari che lo Stato deve garantire. Il risanamento dei conti non può e non deve asfaltare i diritti, dimenticando che nella scala di valori l’uomo viene prima dei numeri, prima delle logiche di partito, prima di tutto».