La Cisal sostiene i lavoratori del MiBact in aula come in piazza
“La Cisal, in Aula e non solo nei sit-in di piazza, insieme ai lavoratori del MiBACT, affinchè non si perpetui l’ennesima beffa ai danni di questi dipendenti pubblici.” Affermano in una nota Antonello Iuliano, Responsabile Nazionale Cisal e Paola Saraceni, Segretario Generale.
“Com’è noto il MiBACT, al fine di sopperire alla cronica mancanza di personale, ha proposto un D.L. per favorire la procedura di mobilità diretta all'acquisizione di dipendenti con contratto a tempo indeterminato, appartenenti alle aree funzionali I, II e III degli altri Ministeri.
Detto D.L. facente capo a quello più ampio della riforma della P.A. - vero guazzabuglio senza ne capo ne coda -, è di competenza congiunta della VII e la X Commissione ed è attualmente fermo (i lavori riprenderanno il prossimo 24 giugno) per la necessità di reperire risorse per la copertura economica. Relatori, Emma Petitti e Maria Coscia, del P.D..
Ove passasse, così per come proposto, i dipendenti ora in servizio in tale Ministero, si vedrebbero sopravanzare da colleghi provenienti da altri dicasteri e settori, già riqualificati, ma non dotati di adeguata professionalità per espletare tale tipologia di lavoro. – Prosegue la nota - Per far si che ciò non accada, com’è altrettanto noto, i dipendenti del Ministero dei Beni Culturali, riunitisi in Comitati spontanei di protesta pacifica, hanno organizzato – e tenuto, da ultimo lo scorso 13 giugno a Roma alle ore 13.30., in via del Collegio Romano, davanti al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - dei sit-in di protesta pacifica (la c.d. protesta del panino, in considerazione dell’orario – solitamente dedicato alla pausa pranzo – in cui sono svolti) per manifestare contro questa ingiusta azione nei loro confronti e per rivendicare i loro sacrosanti diritti.
Le lavoratrici e i lavoratori del MiBACT, quotidianamente, con il proprio lavoro si assumono responsabilità rilevanti nell'espletamento delle proprie attribuzioni e non solo. Tutti i giorni, infatti, nell'interesse della collettività, le attività di collaborazione e responsabilità svolte al fianco di funzionari e dirigenti, vanno ben al di là delle qualifiche rivestite e l'impegno è massimo.
Nonostante ciò, questi dipendenti pubblici, da circa venti anni inquadrati nella stessa qualifica, attendono una riqualificazione ed una progressione giuridico-economica che, invece, i lavoratori degli altri ministeri hanno già ottenuto da tempo. E questa discriminazione perdura anche all'interno dello stesso Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
La CISAL FPC - Dipartimento Ministeri-Sicurezza e Presidenza del Consiglio dei Ministri, (sempre accanto ai dipendenti pubblici e sempre attenta alle loro esigenze e diritti) --così per come più volte sostenuto da Paola Saraceni, Segretario Generale dello stesso Dipartimento, che ha anche scritto all’allora ministro Franceschini -- ritiene necessario tutelare e rilanciare il settore, autentico volano di sviluppo per il Paese, perché in una nazione come l’Italia, ricca di 2 mila anni di storia e di bellezze paesaggistiche e culturali che tutto il mondo ci invidia; un Paese in cui vi è il maggior numero (49 su un totale di 981 presenti in 160 Paesi) di siti culturali e naturali inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità e riconosciuti come tali dall’UNESCO,– e che al contempo è priva di altri tipi di ricchezza – non si può non valorizzare e incentivare la cultura, nostro vero “oro nero”.
Per valorizzare al massimo tali ricchezze, c’è bisogno di competenze elevate e specifiche e queste non possono che essere fornite da chi, da anni si occupa di ciò: i dipendenti del MiBACT.
La Cisal, pertanto, si sta battendo affinchè questi lavoratori, uomini e donne da troppo tempo professionalmente fermi al palo, possano ottenere una riqualificazione attraverso un provvedimento Legislativo prima dell’attuazione della mobilità esterna, che deroghi alla normativa vigente e favorisca lo scorrimento delle graduatorie esistenti, così da favorire la riduzione della spesa pubblica (c.d. spending rewiew), trattandosi di ricollocazioni all’interno dello stesso dicastero che non comportano oneri per l’Amministrazione.”
“Ci auguriamo fortemente – ha chiosato concludendo la Saraceni - che questa volta una più lungimirante tutela e gestione dei tesori esistenti e un rilancio di quelle risorse che l’hanno resa celebre e unica nel mondo da secoli, ovvero cultura e turismo, unitamente ad una corretta e coraggiosa politica fiscale ed economica, nonché una saggia valorizzazione delle risorse umane ed elevate professionalità presenti all’interno della P.A. e, nello specifico nel MiBACT, siano il segnale di un rinnovato interesse dello Stato per la tutela e l’ampliamento del suo patrimonio culturale e possano rappresentare per l’Italia una grande occasione - da non perdere - per uscire dal tunnel della crisi.”