Papa in Calabria. Ciancio (Fuci): giornata storica per la lotta alla ‘ndrangheta
“I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”. Il monito di Papa Francesco, durante la visita pastorale in Calabria “segna una pagina storica per la Chiesa Cattolica” secondo Sebastian Ciancio, esponente del mondo cattolico calabrese e ex presidente del Fuci, gli universitari cattolici di Catanzaro.
“Negli ultimi decenni, e in particolare dal Concilio Vaticano II – aggiunge Ciancio - la Chiesa ha usato sempre meno il provvedimento della scomunica. Da una Chiesa che si limitava a denunciare il male e associare la pena canonica di riferimento si è passati ad una Chiesa che ‘esce da se stessa’, che si impegna a creare una nuova coscienza, che sceglie la strada dell'incontro e dell'evangelizzazione come risposta al male”.
“Dopo la recente beatificazione di Don Pino Puglisi, il primo martire di mafia della Chiesa – prosegue l’esponente della Fuci - Papa Francesco ha posto il Suo sigillo sull’inderogabile importanza di un cammino educativo che coinvolga i ragazzi fin dai primi anni della loro vita; un percorso - continua Ciancio - incentrato sulla frontiera della legalità e della verità, pilastri indispensabili per una crescita autenticamente umana, oltre che civile e sociale della nostra terra. Un Pontificato quello di Bergoglio deciso e fermo nella condanna della criminalità organizzata in tutte le sue forme e in tutte le sue sfaccettature. Tra Vangelo e ‘ndrangheta non potrà mai esserci nessuna compatibilità. Nessun mafioso dovrà più utilizzare la Chiesa come scudo”. “Oggi ritengo - conclude il Presidente del Fuci - si possa parlare di una giornata indimenticabile per la Chiesa Cattolica. Una giornata storica per chi si è sempre speso per il bene comune e la giustizia”.