Cgil: presentazione del Fondo Anpi, nell’ambito della Festa di LiberEtà
Una iniziativa per sfatare il luogo comune che vuole i partigiani tutti settentrionali e per dare forza alle analisi storiche più recenti che consegnano ai partigiani del Sud, e anche della Calabria, un ruolo da protagonisti: questo lo spirito che ha portato la Cgil di Cosenza e l'Icsaic a costituire il Fondo Anpi, presentato nell'ambito della Festa di LiberEtà 2014, che documenta la partecipazione dei cosentini e dei calabresi alla Resistenza. Una partecipazione significativa sia sul versante dei numeri – 275 i partigiani dei quali si trova traccia nei fascicoli – sia sul fronte dell'attività svolta.
“La nascita del Fondo Anpi rientra nell'attività di recupero della memoria che abbiamo avviato da qualche anno – ha evidenziato Giovanni Donato, segretario della Cgil di Cosenza -. Penso alla rinascita dell'Anpi provinciale, all'intitolazione di Largo dei Partigiani a Cosenza (alla quale è intervenuta Susanna Camusso). Voglio ricordare ancora le manifestazioni per i cento anni della Cgil cosentina, oppure il volume Il sindacato liberato, della studiosa Katia Massara, che raccoglie i verbali della nostra Camera del Lavoro nell'immediato secondo dopoguerra”.
“In quest'opera di riscoperta delle radici abbiamo voluto coinvolgere un istituto prestigioso qual è l'Icsaic a cui abbiamo consegnato una mole di documenti che si trovavano nei nostri archivi, affinché vengano ordinati e messi a disposizione soprattutto degli studiosi e delle giovani generazioni” ha detto infine Donato.
“Stiamo lavorando per sistemare i documenti della Cgil – ha spiegato Pantaleone Sergi, presidente dell'Icsaic -. Un primo risultato è rappresentato dal Fondo Anpi che è stato ordinato e digitalizzato da cinque studenti dell'Unical, stagisti dell'Istituto”. Sergi ha poi ha fornito alcuni numeri del Fondo, formato da undici buste contenenti un centinaio di fascicoli, mentre l'inventario è composto da 48 pagine.
Le schede, divise per comune, sono oltre seicento e riguardano i partigiani e i loro famigliari. Ogni scheda contiene i dati anagrafici e la 'biografia' del contributo alla Resistenza. “Molti cosentini e calabresi hanno perso la vita per la libertà e la democrazia in Italia - ha commentato Sergi -.
Tanti hanno combattuto anche all'estero, come dimostra la seconda sezione del Fondo”. Ci sono poi le pratiche pensionistiche, oltre ai fascicoli e ai documenti relativi a 275 partigiani dell'Anpi di Cosenza che, all'epoca, aveva competenza su tutta la Calabria, ma che rappresentava solo i partigiani comunisti. “È facile dedurre che, tra partigiani comunisti non 'censiti' e partigiani di diversa appartenenza, il contributo dei calabresi alla Resistenza sia stato ben maggiore” ha concluso Sergi.