I retroscena dell'omicidio Megna tra medici collusi ed esecutori materiali
Quattro arresti, di cui due eseguiti in carcere e 17 indagati, tra cui un medico: questo l'esito dell'operazione denominata "Cape fear" della Dda di Catanzaro, sulla così detta strage di Pasqua del 2008, in cui fu ucciso il presunto boss dei papaniciari, Luca Megna, figlio del capo cosca Mico Megna.
Le ordinanze di custodia sono state emesse nei confronti di Pantaleone Russelli, 37 anni, un tempo uomo di fiducia del capo, poi acerrimo rivale e ritenuto dagli inquirenti l'autore materiale del delitto, e Roberto Bartolotta (46), anch'egli, come Russelli, già detenuto; Alfredo Monteleone (35) e Antonio Franzè (37 anni). L'accusa nei confronti degli altri arrestati, invece, è di avere favorito Russelli con dichiarazioni fatte per coprirne le responsabilità nell'omicidio di Megna. All'origine dell'agguato ci sarebbe la scissione all'interno della cosca Megna e il tentativo di Russelli di prendere il potere nel territorio.
Nell'inchiesta, coordinata dalla Procura Antimafia di Catanzaro, svolta dallo Sco e dalle Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro, è stato coinvolto anche S. N., di 50 anni, all'epoca dei fatti professionista in servizio nella postazione di guardia medica, presumibilmente di Papanice, che avrebbe fornito un certificato a Russelli per consentirgli di farsi curare sotto falso nome.
Per tale ragione il medico, che sarebbe anche impegnato in politica, è stato sospeso per due mesi dalla professione con un'ordinanza interdittiva. Il Russelli, infatti, nelle concitate fasi dell'agguato è stato ferito in modo serio ad una gamba. L'episodio criminale suscitò grande risalto nella pubblica opinione perché in occasione dell'agguato contro Megna, rimasero coinvolte la moglie e la figlia, la piccola Gaia di 5 anni, la quale riportò gravi ferite e lottò per mesi tra la vita e la morte con un proiettile nel cranio.
Questo omicidio scatenò una vera e propria guerra di mafia: il 25 marzo del 2008 ci fu la risposta della cosca all'omicidio di Luca Megna con l'assassinio, nella frazione Papanice di Crotone, di Giuseppe Cavallo, di 27 anni, persona di fiducia di Pantaleone Russelli.
Altri nomi eccellenti ci sarebbero tra le persone indagate per aver aiutato il Russelli. I particolari dell'operazione sono stati resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa tenuta alle 11,30 presso la questura di Crotone.