Giustizia, Cisal, “domani saremo a piazza Monetecitorio per protestare”

Calabria Attualità

“Senza il personale giudiziario, la Giustizia non va da nessuna parte”. Sono le parole di Paola Saraceno, segretario generale della Cisal in merito alla riforma della giustizia.

Non esiste vera ed efficace riforma della giustizia senza un intervento che dia piena valorizzazione al personale che lavora al suo interno, ovvero senza un riconoscimento giuridico-economico delle funzioni altamente qualificate svolte da molti anni da tutto il personale giudiziario.

Fino a quando questo punto non sarà reso effettivo e non avrà prodotto gli effetti desiderati, Noi non abbasseremo la guardia. Per raggiungere tale obiettivo, per ribadire con forza quanto stiamo chiedendo da anni, saremo in Piazza Montecitorio, con l’intento di sostenere il presidio dei lavoratori del Comitato Giustizia di Roma, tra Via Colonna Antonina e l’Obelisco, il prossimo 3 luglio dalle 15 alle 17”.

“Da lì rinnoveremo la nostra richiesta di una riforma della giustizia più giusta, che metta al primo posto, quale presupposto ineludibile da cui muovere, la “riforma dell’ordinamento professionale del personale giudiziario, attraverso la costituzione di un comparto giustizia, per legge”, prima dell’attuazione della mobilità”.

“Lo abbiamo più volte indicato, sostenuto e ribadito, quale “pietra miliare” di un tale progetto di riforma. Lo abbiamo anche scritto al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia e al Ministro della Pubblica amministrazione. Prendiamo atto e ringraziamo per questo – prosegue la dirigente sindacale – che il governo nella sua bozza di riforma abbia inserito al punto 12 la riqualificazione del personale amministrativo. Ma questo non basta. La Cisal rimarrà vigile e continuerà a lottare affinché detto ultimo punto, diventi il primo; il cardine da cui far partire la riforma”.

“Perché tutti gli uomini e le donne che quotidianamente con il proprio impegno costante e prezioso a supporto dei magistrati consentono il funzionamento degli uffici della giustizia, sono un valore aggiunto ed una imprescindibile risorsa da preservare e valorizzare. Com’è possibile mettere mano all’agonizzante apparato giustizia (basti pensare ai milioni di cause arretrate, tra settore civile e settore penale) senza preoccuparsi minimamente di normalizzare la situazione del personale giudiziario, pesantemente sotto organico e costantemente sottoposto a carichi di lavoro insostenibili. Non sarebbe sensato”.

“Così come non può essere dimenticato – incalza la Saraceni - il personale del comparto ministeri in servizio presso il Dipartimento Penitenziario, al quale va riconosciuto l’inquadramento all’interno dei ruoli tecnici della polizia penitenziaria, in analogia con la normativa della polizia di Stato, in virtù della specificità e dei particolari disagi connessi con l’espletamento del servizio all’interno degli istituti penitenziari”.

“Crediamo fermamente – chiosa la Saraceni – che un’autentica ed efficace riforma della giustizia debba necessariamente partire dalle esigenze del suo personale, allo scopo di restituire dignità a questa funzione imprescindibile dello Stato democratico: tutto ciò potrà inoltre contribuire a rivitalizzare l’economia del Paese, che risulta fortemente penalizzata dai ritardi della giustizia, e potrà infine restituire la dovuta credibilità al lavoro delle forze dell’ordine, il cui impegno e i cui successi sono spesso vanificati dalle lentezze e dai ritardi di cui si è detto”.

“Ci auguriamo – conclude la dirigente sindacale – che i nostri politici vogliano tenere nella debita considerazione quanto rappresentato dalla Cisal, nell’interesse primario del funzionamento della Giustizia e nel comune intento di ridurre significativamente l’enorme distanza, oggi esistente, tra i cittadini e le Istituzioni. Per tutto questo -- per far pressing sul governo e far si che si attui quanto previsto dal Consiglio dei Ministri al punto 12 della precitata bozza di riforma della Giustizia – come anzidetto, saremo presenti alla manifestazione del 3 luglio 2014, in piazza Montecitorio, al presidio accanto ai lavoratori del Comitato Giustizia”.