Oppido Mamertina, associazioni reggine: “Bene la sospensione delle processioni”
Riceviamo e pubblichiamo il documento sottoscritto da Nuova Carboneria italiana, Ethos Reggio Calabria, Movimento reggini indignati, Alternativa democratica, Nec in Somno Quies, Acp, in merito agli eventi che hanno interessato il Comune di Oppido Mamertina
“Per l’ennesima volta la nostra martoriata terra balza all’onore delle cronache nazionali per vicende che vedono uno stretto legame tra la ‘ndrangheta e le festività religiose. Tali festività religiose culminano con la processione dell’effige della santità portata a spalla dai fedeli. Passione radicata e condivisa, che nei molti comuni calabresi unisce la popolazione abbracciando tutte le classi sociali presenti all’interno di una comunità. Proprio l’avversione alla ‘ndrangheta, nonché la presenza di quest’ultima alle manifestazioni religiose, ha indotto il Pontefice, in occasione della recente visita in Calabria, durante la messa celebrata a Sibari, ad un intervento, certamente inaspettato, che lo ha visto emanare una scomunica contro questo “sistema” malavitoso, definendo gli affiliati “adoratori del male”.
L’episodio avvenuto a Oppido Mamertina, che ha visto l’effige della Madonna delle Grazie “inchinarsi” di fronte l’abitazione di un vecchio Boss ai domiciliari, raccoglie l’indignazione di tutta la società civile. Innanzitutto perché avviene a poche settimane dalle parole di Papa Francesco e poi perché penalizza la stragrande maggioranza dei cittadini calabresi che nella fede religiosa affondano solide radici abbracciando valori come la fratellanza, l’amore verso il prossimo, la misericordia. Certamente l’estrema decisione, sofferta, che ha dovuto prendere il Vescovo di Oppido Mamertina – Palmi Monsignore Milito, di sospendere a tempo indeterminato nella sua diocesi tutte le attività collegate a processioni religiose, ha penalizzato intere comunità di persone che nelle immagini sacre vedono una fede, una speranza e una protezione divina.
La preoccupazione che nutre la “Coalizione Reggina” è che gesti come quelli del Vescovo Milito possano essere emulati da chi, come Lui, vuole proteggere le comunità e, comunque, prevenire situazioni di pericolo nelle proprie diocesi, penalizzando tutti quei fedeli che hanno la devozione di ritrovarsi fianco a fianco sotto quelle effigi. Ben vengano, quindi, al fine di evitare ai mali estremi estremi rimedi, soluzioni mediate, che certamente la società civile in tali casi , siamo convinti, non avrebbe problemi ad accettare, come quella avanzata da Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto della Procura di Reggio Calabria, la cui proposta di istituire un “albo di credenti e praticanti” risulterebbe utile a scoraggiare clan di ‘ndranghetisti che poco hanno in comune con i valori professati dalla Chiesa”.
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