‘Ndrangheta: Dda Milano sequestra immobili e società per oltre 5 mln

Reggio Calabria Cronaca

Nella mattinata del 14 luglio 2014, la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha proceduto al sequestro propedeutico alla confisca di prevenzione di 124 immobili, 3 società e 81 conti correnti bancari, il tutto per un valore di oltre 5 milioni di euro, Riconducibili a due professionisti legati alla criminalità organizzata.

Il sequestro, disposto dalla sezione autonoma misura di prevenzione del tribunale di Milano, è stato eseguito nel capoluogo lombardo ed in vari comuni delle province di Cremona, biella e Bergamo, dagli agenti della squadra mobile di Milano, dai finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza di cremona e dai carabinieri della squadra Misure di prevenzione della procura della repubblica di Milano, che hanno operato congiuntamente con il coordinamento del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del Sostituto procuratore della repubblica di Milano Alessandra Dolci.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di due fratelli di origine calabrese titolari di due studi di consulenza contabile siti a Milano ed in provincia di cremona sospettati di essere i reali proprietari del consistente patrimonio oggetto di sequestro, accumulato nel corso degli anni grazie ad attività illegali e dissimulato mediante una fitta rete di prestanome.

I due professionisti, entrambi indagati dalla dda di Milano per associazione per delinquere di stampo mafioso, sono sospettati di essere i contabili del sodalizio criminale facente capo alla famiglia Mangano, decapitato lo scorso settembre dall’emissione di provvedimenti di cattura che sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Milano a seguito di indagini condotte dalla dda del capoluogo lombardo.

Già in passato i due professionisti erano stati oggetto di indagini dello stesso tenore condotte da varie forze di polizia, tra le quali la tenenza della guardia di finanza di crema che recentemente aveva individuato un fitto reticolo di società utilizzate per una consistente frode fiscale (128 milioni di euro di base imponibile evasa e fatture false per oltre 94 milioni) e messe a disposizione dei sodalizi criminali per riciclare il denaro proveniente da attività delittuose.

Il sequestro dei beni come misura di prevenzione ai sensi delle norme contenute nel nuovo codice antimafia rappresenta un ulteriore sviluppo delle indagini precedentemente svolte dalla dda di Milano nei confronti dei componenti del sodalizio Mangano e compendia mesi di accertamenti patrimoniali condotti sinergicamente dalle tre forze di polizia operanti sotto la direzione del sostituto procuratore Alessandra Dolci.