Scorta giornalista Albanese, la solidarietà di Molinari (M5S)
“Il M5S esprime solidarietà al giornalista del Quotidiano del Sud - e collaboratore dell’Ansa dalla piana di Gioia Tauro - Michele Albanese che da ieri, per decisione della Procura di Reggio, è costretto a vivere sotto scorta. È stato lui per primo a denunciare l’inchino davanti alla casa del boss durante la processione di Oppido Mamertina. Una solidarietà più sentita in quanto Albanese non è nuovo a questo tipo di situazioni: già in passato, infatti, il giornalista era stato oggetto di attenzioni particolari da parte della 'ndrangheta - essendo stato vittima di intimidazioni - e per questo motivo, oggi, è costretto ad essere scortato da militari”. E’ quanto afferma Francesco Molinari.
“Tali fatti di cronaca ci ricordano – purtroppo – che fare veramente il giornalista in Calabria porta a confrontarsi con un’ombra scura che cerca di manovrare anche l’informazione libera. Un’ombra che prova in tutti i modi di zittire tutti coloro che vogliono far chiarezza sui fatti, denunciando con coraggio le azioni mafiose che altrimenti rimarrebbero sepolte sotto una cappa di omertà. È un prezzo troppo alto che la società non può permettersi di pagare.
Ed è gravissimo che nel nostro Paese ci siano ancora territori, Calabria compresa, in cui chi cerca di agire, con onestà, secondo il principio della legalità, rischia di vedere la propria vita e quella dei propri cari in pericolo. Noi del M5S stiamo dalla parte della giustizia e continueremo ad affermare a gran voce che sono “loro” che devono aver paura di noi, sono "loro" che devono nascondersi. Le loro azioni intimidatorie non riusciranno a fermare la voglia di riscatto di tutti quelli che sognano una Calabria libera dalla criminalità.
In questo percorso non facile, per renderlo possibile, fondamentale sarà la presenza delle istituzioni che devono, oggi più che mai, far sentire la loro presenza. I cittadini non devono e non possono essere lasciati soli, preda di chi pensa che con la violenza si può comprare il silenzio. È arrivato il tempo di rimanere uniti, camminando a testa alta, per dimostrare che non è minacciando le voci libere che si può spegnere la voglia di cambiamento dei calabresi”.