Scorta e auto blindata a giornalista del Quotidiano del Sud: le reazioni
"Sono rimasto molto turbato nel leggere oggi, sul quotidiano da te diretto, la notizia che un giornalista di questa testata, Michele Albanese, persona che conosco e stimo, da ieri è costretto a vivere sotto scorta. Una notizia inquietante, che ripropone purtroppo, ancora una volta, il tema dei pesanti, pericolosi condizionamenti della criminalità organizzata con cui deve fare i conti la Calabria. Una pagina nera per la libertà delle persone e per quella dell'informazione. Ad Albanese, e all'intera redazione del Quotidiano, va tutta la mia solidarietà, nella convinzione che l'esistenza, nella nostra regione, d'una stampa libera e affrancata sia precondizione di democrazia, legalità e buona vita". E' quanto scrive Agazio Loiero in una lettera inviata al condirettore del "Quotidiano del Sud" Rocco Valenti.
"E' davvero inquietante il fatto che un giornalista sia costretto a muoversi su un'auto blindata e con due uomini di scorta. Accade a Michele Albanese, giornalista del 'Quotidiano del Sud', autore dello scoop sull'inchino della statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di un boss ad Oppido Mamertina". Lo afferma il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri.
"Le organizzazioni criminali dell'area di Gioia Tauro -aggiunge Soluri- 'attenzionano' da tempo Michele Albanese se èvero come è vero che ha subito intimidazioni e minacce di vario genere. Intimidazioni e minacce evidentemente assai serie se il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria ha ritenuto di assegnargli una tutela di terzo livello. Significa che gli elementi di cui magistrati e forze dell'ordine dispongono vanno inequivocabilmente in una direzione: Michele Albanese è a rischio. Il fatto sottolinea in maniera plastica -afferma ancora il Presidente dell'OdG- le condizioni di difficoltà e di pericolo in cui operano tanti colleghi calabresi, in particolare quelli che si occupano di cronaca giudiziaria o che sono impegnati nel giornalismo d'inchiesta. Innumerevoli i casi di minacce e di intimidazioni, ma non si era finora mai arrivati ad un livello di allarme tanto preoccupante da determinare la necessita' di mettere sotto scorta l'interessato. Nel ringraziare il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, i vertici delle forze dell'ordine ed il Procuratore di Reggio, Cafiero De Raho, per la tempestività e la sensibilita' con cui hanno affrontato e risolto il problema della sicurezza del collega, il Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria esprime la massima solidarieta' possibile a Michele Albanese. Vivere sotto scorta, infatti, non è certo un privilegio; è invece un fatto che sconvolge i normali ritmi di vita, crea allarme e tensione, impedisce di lavorare con serenità, determina preoccupazione ed ansia tra i familiari. Siamo sicuri -conclude Giuseppe Soluri- che Michele Albanese, giornalista serio, scrupoloso, bravo e coraggioso, avrà comunque la forza e la capacità di vivere questa fase come un ulteriore sprone per amplificare, se possibile, il suo impegno nella ricerca della verità e nella denuncia di fatti che offendono la coscienza civile e sociale di tutti i calabresi onesti".
"In Calabria circola un'aria per niente salubre secondo le migliori consuetudini di restaurazione. Da un po' di tempo infatti, stranamente le richieste di alcuni pm (guarda caso quelli con la schiena diritta) vengono tutte respinte con assoluzioni, mentre dall'altra c'è chi attacca il procuratore della Repubblica o chi minaccia un giornalista fuori sistema come Michele Albanese. Dobbiamo denunziare che questo clima non ci piace per niente e non promette nulla di buono. C'è bisogno che la resistenza civica non molli e non si distragga, in un momento in cui le forze di una certa area grigia sembrano ricompattarsi per impedire il corso della verità e della giustizia in questa regione". Lo afferma Adriana Musella, presidente del coordinamento antimafia Riferimenti.
"Come giornalista e come parlamentare sono vicina a Michele Albanese, cronista calabrese costretto a vivere sotto scorta per le minacce di 'ndrangheta ricevute dopo il recente scoop sull'inchino della statua della Madonna delle Grazie alla casa del boss Giuseppe Mazzagatti, a Oppido Mamertina (Reggio Calabria)". Lo dice la deputata M5S Dalila Nesci, che prosegue: "Albanese non è da solo ne può essere lasciato in solitudine. Il Movimento Cinque Stelle difende in parlamento chiunque abbia il coraggio di raccontare i fatti per contrastare la violenza della criminalità organizzata". "E' fondamentale - continua la deputata Cinque Stelle - alimentare il circuito della solidarieta' e della parola. La 'ndrangheta deve percepire che la voce della coscienza pubblica è più forte del silenzio che le 'ndrine impongono con minacce, intimidazioni e strategie sottili". Conclude Nesci: "Il presidente del Consiglio, che in agosto verrà a Gioia Tauro, dovrà considerare in primo luogo la sicurezza come priorita' della Calabria, in cui lavoro e sviluppo sono bloccati dalle pressioni della 'ndrangheta".