Amministratori locali sotto tiro, è boom di intimidazioni e la Calabria è al 4° posto

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È stata presentata questa mattina, in videoconferenza in diretta sui canali Facebook e Youtube di Avviso Pubblico, la nona edizione del Rapporto “Amministratori sotto tiro”, che censisce gli atti di minaccia e di violenza nei confronti degli amministratori locali e dei funzionari della Pubblica amministrazione.

Sono 559 gli atti intimidatori censiti nel 2019, uno ogni 15 ore. Sono state 83 le Province coinvolte - oltre il 75% del territorio nazionale - e 336 i Comuni colpiti: il dato più alto mai registrato.

Per la seconda volta nella storia di questo Rapporto sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia. La Calabria si colloca al quarto posto a livello regionale.

Dati comunque contradditori quelli che emergono dalla nostra regione sul fronte delle intimidazioni agli amministratori locali e al personale della Pubblica Amministrazione.

A fronte di un costante calo dei casi censiti dal monitoraggio annuale (87 nel 2016, 70 nel 2017, 56 nel 2018 e 53 nel 2019), restano elevati i numeri degli scioglimenti per infiltrazioni mafiose degli Enti locali (8 nel 2019 dopo gli 11 del 2018).

Il 42% dei casi dell’anno scorso si è concentrata nella provincia di Cosenza, un territorio fin qui rimasto ai margini delle cronache – giudiziarie e giornalistiche – sulle attività delle ‘ndrine locali, ma come tutta la regione pesantemente condizionato dalle attività di stampo mafioso, in particolare delle cosche Muto, attiva a Cetraro, e Lanzino-Patitucci, Perna-Cicero, Abbruzzese e Rango-Zingari presenti nel capoluogo e che, secondo la Direzione Investigativa Antimafia, sono “sodalizi che per la conduzione delle progettualità criminali ricorrono anche ad azioni collusive con soggetti istituzionali”.

Nel dettaglio, i casi censiti sono: dodici in provincia di Reggio Calabria; otto in provincia di Vibo Valentia; sette in provincia di Crotone; quattro registrate in provincia di Catanzaro.

IL FENOMENO, UNA QUESTIONE NAZIONALE

“Il fenomeno delle minacce agli amministratori locali è diventato una questione nazionale”, ha dichiarato Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico e Sindaco di Grugliasco che ha aggiunto: “Il Rapporto Amministratori Sotto Tiro mira a far crescere questa consapevolezza e la percezione della gravità nell’opinione pubblica e al mondo politico”.

La crisi sanitaria generata dal Covid – ha poi evidenziato - sarà accompagnata da una forte crisi economica e sociale che le mafie stanno già cercando di sfruttare per accumulare consenso sociale sui territori ed espandere la loro presenza nel nostro sistema produttivo e all’interno degli Enti locali. Le pressioni non mancheranno, così come il tentativo di corrompere amministratori, funzionari e dirigenti pubblici”.

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha sottolineato che “gli atti intimidatori contro gli amministratori locali costituiscono una tematica attuale di estrema delicatezza, specie in questa fase dell'emergenza Covid.”

“Il fenomeno è in crescita – ha aggiunto il titolare del dicastero - e richiede attenzione perché i sindaci e gli amministratori rappresentano il punto di riferimento immediato per le comunità provate dagli effetti della pandemia. L’intimidazione contro un sindaco non solo è un'offesa alla comunità, ma è una lesione dei valori alla base del vivere civile, del principio democratica. Invito chi è vittima di tali atti a denunciare gli episodi per erodere la cosiddetta cifra oscura: noi dobbiamo conoscere per poter intervenire”.

LA PRESENZA INGOMBRANTE DELL'ANTI-STATO

“Un aspetto del fenomeno particolarmente delicato è relativo alle Elezioni locali: da sempre il numero delle minacce tende a crescere nei mesi primaverili, periodo di campagna elettorale – ha sottolineato invece Claudio Forleo, responsabile Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico e curatore del Rapporto.

Indicando ora come il momento “in cui l’attenzione su ciò che accade nei territori deve essere massima. Le intimidazioni sono uno strumento che può essere utilizzato sia per costringere persone perbene a farsi da parte, il che accade fin troppo spesso, sia, talvolta, per agganciare candidati che, successivamente, potrebbero essere propensi a stringere rapporti collusivi e corruttivi”.

“Dal Rapporto di Avviso Pubblico emerge la presenza ingombrante dell'anti-Stato, che non è più soltanto rappresentato dalla criminalità organizzata, ma da vere e proprie forze che, attraverso la corruzione e il disprezzo delle regole, alimentano sentimenti eversivi nei confronti dei valori democratici su cui si basa la nostra Costituzione - ha evidenziato Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente di Anci - Non è un caso che la maggior parte delle minacce venga rivolta nei mesi che precedono le Elezioni Amministrative e che i Sindaci, tra gli amministratori locali, siano i più bersagliati”.