Olio d’oliva “biologico” venduto in Calabria ma prodotto in Spagna, 16 arresti e sequestri
Una frode sull'olio d'oliva è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Andria, in Puglia, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani. Sono state così eseguite, all'alba di oggi, 16 ordinanze di custodia cautelare, di cui 2 in carcere, e il sequestro preventivo di 16 aziende considerate coinvolte nella commercializzazione fraudolenta ed illecita di olio di oliva. L'operazione "Aliud pro olio", è stata condotta in stretta sinergia con il ministero delle Politiche agricole, in particolare con l'Ispettorato repressione frodi di Roma e Bari, e con l'ufficio di Bari dell'Agenzia delle dogane.
Secondo gli investigatori vi erano tre organizzazioni criminali pugliesi, due delle quali facenti capo ad un imprenditore di Andria, che con la complicità di imprese avrebbero venduto olio sia in Puglia che in diverse città calabresi. Secondo la Procura le imprese di commercializzazione avrebbero emesso false fatture per attestare altrettanti falsi approvvigionamenti di olio extravergine prodotto in Italia per giustificare gli acquisti di olio proveniente invece dalla Spagna. L’olio d’oliva comunitario, con la complicità di confezionatori e commercianti all’ingrosso, veniva immesso nel mercato come olio biologico al 100 per cento italiano, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti cosiddetti "Made in Italy" e biologico.
Sequestrate pertanto 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche scadenti o contaminate che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato mescolato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze derivanti, probabilmente, dal circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, o di provenienza furtiva, o scortati da documenti di accompagnamento che indicavano natura e qualità diversi da quelli reali.
h 11.30| L'indagine che ha portato all'arresto di 16 persone e al sequestro di altrettante società, coordinata dal Procuratore Capo Carlo Maria Capristo e dal sostituto procuratore Antonio Savasta, ha svelato l'esistenza di radicati sodalizi criminali dediti alla commercializzazione fraudolenta di olio di oliva di origine, qualità e natura diverse da quelle dichiarate. In particolare, è emerso che a diverse imprese operanti nel settore della commercializzazione dell'olio di oliva, in Puglia ed in diverse città della Calabria, veniva demandato il compito di fornire fatture false, attestanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia, necessari per legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna.
Attraverso altri imprenditori compiacenti, l'organizzazione trasformava in modo "documentale" l'olio di produzione comunitaria in "olio 100% italiano biologico". Con altri soggetti partecipi all'organizzazione (confezionatori /commercianti all'ingrosso di olio) il prodotto veniva poi collocato sul mercato del consumatore finale, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti Made in Italy e biologici. Secondo gli investigatori, il decisivo contributo delle imprese "cartiere" ha permesso ai malfattori di generare un vorticoso volume d'affari illecito di circa 30 mln di euro. Le indagini hanno anche portato al sequestro di 400 tonnellate di prodotti dalle qualità organolettiche scadenti o contaminati, in quanto, miscelati con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonchè oli di provenienza furtiva.
h 13:29 | In carcere sono finiti gli imprenditori andriesi Antonio Cassetta, 50enne, e Nicola Di Palma, 54 anni. Le accuse contestate, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio. Ai domiciliari anche altri cinque imprenditori di Andria, cinque leccesi e quattro calabresi. L'olio passava dai porti di Salerno e Bari prima di essere "riciclato" dalle aziende italiane. "Con questa operazione - ha spiegato il procuratore Carlo Maria Capristo - abbiamo raggiunto un duplice obiettivo: la tutela delle aziende che operano nel settore e quella del consumatore, il quale deve sapere che la tutela esistente nella nostra regione sull'olio di oliva è olto stringente". Il volume di affari realizzato con la frode e' stato stimato in almeno 100 milioni di euro.