Clan Arena: sequestro beni per 20 mln di euro, un arresto e 4 denunce

Crotone Attualità
Francesco Anselmo Cavarretta

Le fiamme gialle di Crotone, alle prime ore dell'alba hanno tratto in arresto un imprenditore Francesco Anselmo Cavarretta, 46 banni, di Isola di Capo Rizzuto, colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Catanzaro e da un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza che ha riguardato beni mobili, attività economiche e risorse finanziarie, per un valore di oltre 20 milioni di euro.

Fra i beni sottoposti a vincolo l'intero compendio aziendale di un cantiere nautico di Crotone ed il M/Y "Biscuit 95" di 30 metri, inaugurato nelle acque di Fano l'8 luglio 2010, del valore commerciale stimato in 6 milioni di euro. L'operazione è stata condotta dagli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone che, a seguito di articolate indagini di polizia giudiziaria, hanno fatto luce su un complesso intreccio di rapporti economici-finanziari, commerciali e societari gestiti dal C.F.A., grazie alla collaborazione ed alla disponibilità di 4 soggetti compiacenti, anch'essi denunciati all'AG, ai quali avrebbe attribuito la titolarità dei beni sequestrati nel settore della nautica. L'arrestato e tutti gli indagati, secondo le indagini condotte dai militari, sono ritenuti "espressioni economiche" del clan malavitoso "Arena", operante nel Crotonese, ma con propaggini anche in altre Regioni d'Italia.

Le indagini | In dettaglio le indagini tecniche e gli accertamenti di polizia giudiziaria svolte hanno fatto emergere che una società operante nel settore della nautica, già amministrata da C.F.A., interessata poi da procedura fallimentare, tra il 1999 ed il 2005 è stata beneficiaria di complessivi euro 14.483.543,13 per finanziamenti statali e per rimborsi I.V.A. A seguito di un diniego della liberatoria antimafia da parte della Prefettura di Roma ed alla imminente revoca e quindi probabile restituzione dei citati finanziamenti percepiti, il C.F.A. ha trasferito fraudolentemente, in data 20.10.2006, la disponibilità dei beni dalla predetta società ad una nuova, amministrata formalmente dai propri compiacenti, ma di fatto gestita dal medesimo C.F.A.. Con la stessa abilità il C.F.A. ha cercato di far perdere le tracce anche del lussuoso M/Y denominato "Biscuit 95" di 30 metri, per la cui realizzazione sono intervenute entrambe le società operanti nel settore della nautica, una delle quali partecipata al 90% da una società monegasca. Particolarmente tempestivo è stato l'intervento delle Fiamme Gialle che hanno sottoposto a vincolo il predetto natante, atteso che da attività info-investigativa, lo stesso M/Y era in procinto di intraprendere una crociera nel mediterraneo con destinazione Cannes. Per gli investigatori dette operazioni appaiono congegnate come una triangolazione perfetta posta in essere al fine di mettere i beni al riparo da eventuali provvedimenti ablativi disposti dall'Autorità Giudiziaria, in quanto nel periodo in questione il C.F.A. era già a conoscenza dei procedimenti penali che lo riguardavano potendo, quindi, ben cogliere il rischio di eventuali misure di prevenzione patrimoniali.

C.F.A. è attualmente indagato per il reato di trasferimento fraudolento di valori previsto e punito dalla normativa antimafia - art. 12 quinquies del D.L. n. 306/1992, con l'aggravante - ex art. 7 della L. 203/1991 - e per l'art. 629 c.p. (estorsione). L'aggressione sistematica ai patrimoni illeciti della criminalità organizzata, condotta in maniera sinergica tra Guardia di Finanza di Crotone e la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro è fondamentale per togliere alla criminalità organizzata la linfa vitale che ne determina la forza e la sopravvivenza. In tale contesto si colloca l'importante operazione svolta dalla Guardia di Finanza di Crotone che ha consentito di acquisire materiale altamente probatorio per contestare, al principale indagato, l'illecita acquisizione del patrimonio sottoposto a sequestro che non ha trovato riscontro con i redditi dichiarati.