Imprenditore ritenuto legato alla cosca Arena, sequestrati beni per 21 milioni
Beni per un valore stimato in 21 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza a una persona ritenuta, dagli inquirenti, legata alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese.
A seguito di indagini patrimoniali - coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dall’Aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto e dal Sostituto Domenico Guarascio – le fiamme gialle pitagoriche hanno effettuato un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, del patrimonio di circa 21 milioni di euro, nei confronti di Francesco Anselmo Cavarretta, considerato dagli inquirenti, per le frequentazioni ed i riscontri che sarebbero emersi in varie attività d’indagine - “espressione economica” della cosca Arena, per uno specifico settore di affari illeciti, quelli cioè legati all’imprenditoria con particolare riferimento al percepimento di contributi pubblici.
La misura di prevenzione patrimoniale è stata emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Crotone su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che ha determinato nei confronti di Cavarretta gsequestro anticipato di beni mobili, immobili ed aziende nella disponibilità diretta ed indiretta dello stesso.
L’imprenditore, secondo la tesi degli inquirenti basata sui riscontri documentali raccolti finora e nel corso degli anni, si sarebbe inserito nell’economia legale, favorito da soggetti compiacenti, alcuni dei quali sarebbero vicini alla criminalità organizzata. Il tutto utilizzando ingenti liquidità finanziarie che sono considerate frutto di proventi illeciti derivanti da contributi statali, europei e da rimborsi Iva erogati a imprese commerciali (direttamente o indirettamente a lui riconducibili) per circa 25 milioni di euro.
Sotto sequestro sono finiti, in particolare, partecipazioni in 13 società di capitali in Calabria, Lombardia e Toscana, operanti nei settori della nautica e cantieristica, quello immobiliare e alberghiero; un complesso turistico-ricettivo a Isola di Capo Rizzuto, con annessa azienda agricola estesa su sei ettari; due opifici con Categoria D/1; tre immobili residenziali a Crotone, Isola di Capo Rizzuto e Cotronei; un terreno edificabile di circa 43mila metri quadrati a Le Castella di Isola di Capo Rizzuto e antistante il porticciolo turistico; due autovetture e un quad; quattro assicurazioni sulla vita del valore di oltre 1 milione di euro; un bar a Isola di Capo Rizzuto.
Il Tribunale di Crotone, nel decretare il sequestro dei beni - il cui valore complessivo è stimato, come dicevamo, in circa 21 milioni di euro, ha fissato la discussione sul merito della proposta nell’udienza che si dovrebbe tenere il prossimo 22 di settembre per il prosieguo, ai fini delle autonome valutazioni delle autorità competenti, circa la confisca, epilogo finale del presunto arricchimento “illecito”.