Bronzi Riace: “Calabria sociale”, Bonomi si dimetta
"Ancora una volta sia affermato: giù le mani dai Bronzi di Riace, simbolo della straordinaria bellezza dell'arte magnogreca. Non facciamo calare la tensione e l'orrore suscitati dalla profanazione dei due bellissimi guerrieri in bronzo ad opera di un fotografo in cerca di notorietà, e a gran voce chiediamo le dimissioni o la revoca dell'incarico della dottoressa Simonetta Bonomi di soprintendente ai beni archeologici della Calabria". Lo afferma in una dichiarazione alla stampa il presidente dell'associazione culturale "Calabria Sociale", Carlo Castellani, a proposito della vicenda relativa ad un gran numero di foto e di un video che riprendono le due bellissime statue dei Guerrieri con addosso un velo da sposa, e un tanga leopardato con boa fucsia. "In quest'operazione di vergognosa dissacrazione dell'arte - dichiara Castellani - c'è già un responsabile e il minimo che la soprintendente Simonetta Bonomi possa fare è di dimettersi e di abbandonare presto il Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. In caso contrario sia il ministro ai beni culturali Dario Franceschini - finora silente sulla triste vicenda - a rimuoverla dall'incarico per la palese incapacita' ad assolvere alle sue funzioni di tutela e conservazione dei beni archeologici. "Il ministro è invitato inoltre, a procedere disciplinarmente nei confronti dei custodi di turno per omessa sorveglianza in quanto è davvero inconcepibile che nella sala di esposizione dei Bronzi di Riace dove si accede a numero limitato, un fotografo e la sua troupe abbiano agito incontrollati per un'ora e passa. Non è affatto difficile usare l'espressione "incontrollati" - prosegue la dichiarazione - perchè è evidente che per fare quelle foto e il video, il fotografo e i suoi collaboratori hanno adoperato scale e tanti voluminosi attrezzi che sono stati introdotti nella sala esposizione dietro assenso della dirigente del Museo e della vigilanza dei custodi. "Pertanto, anche "Calabria Sociale" - conclude l'avvocato Carlo Castellani - si associa alla richiesta di diverse associazioni culturali e sociali rivolta alla Procura della Repubblica di aprire un'inchiesta sulla vicenda, e di perseguire giudiziariamente come fatto in passato per casi simili, gli autori del grave scempio di due bellissime statue di valore universale".