Criminalità: serie furti cavi rame ai danni Fs in Calabria
"Un crescente numero di furti di cavi in rame ha causato negli ultimi giorni, in Calabria, disagi alla circolazione ferroviaria e danni economici e d'immagine alle società del Gruppo FS Italiane". Lo si legge in un comunicato di Rfi.
"L'area maggiormente colpita dal dilagante fenomeno - è scritto nella nota stampa - è quella del cosentino, specialmente il tratto di linea compreso tra le stazioni di Vaglio Lise e Castiglione Cosentino, dove i cavi di alimentazione dei sistemi di controllo della circolazione, posti in appositi canali in laterizio che affiancano i binari, sono frequentemente preda di soggetti dediti al furto e alla ricettazione del rame.
Questo metallo, infatti, per le sue particolari caratteristiche è molto richiesto sul mercato internazionale, arrivando a raggiungere una quotazione media di 6,44?/kg (fonte: quotazione cash Milano - siti ASSOMET e ISOCLIMA riferita a gennaio 2014) che lo rende molto appetibile.
Malgrado l'assidua presenza del personale di Protezione Aziendale, impegnato anche a vigilare affinché non si verifichino episodi che possano compromettere la sicurezza dell'esercizio per la presenza di persone spesso accampate in prossimità della linea, e le attività di controllo e prevenzione svolte in stretta collaborazione con le forze di Polizia, i furti si sono moltiplicati a ritmo vertiginoso.
Basti pensare che in appena quattro giorni (27, 29, 31 luglio e 2 agosto) sulle linee che collegano Cosenza con Paola e Sibari le squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana sono state impegnate a più riprese per riparare i guasti causati dai furti di rame e ripristinare la piena funzionalità dei sistemi di gestione della circolazione.
In questo breve periodo - si legge ancora - sono stati rubati circa 800 metri di cavi e arrecati danni che hanno fatto registrare rallentamenti a quasi 80 treni, per un totale di oltre 15 ore complessive di ritardo. Tuttavia, la sottrazione dei cavi in rame non comporta alcun problema di sicurezza alla circolazione ferroviaria e all’incolumità dei passeggeri.
L'asportazione di materiale realizzato con il prezioso metallo, infatti, - scrive Rfi - provoca l'attivazione istantanea dei sistemi di sicurezza che governano le tecnologie per la gestione della circolazione ferroviaria, e l'adozione dei protocolli che prevedono innanzitutto lo stop dei treni ai segnali e, successivamente - effettuati tutti gli accertamenti del caso - la ripartenza con la cosiddetta "marcia a vista" (il macchinista, cioè, deve essere in grado di fermare il treno in qualsiasi momento e in brevissimo tempo) con un rallentamento della circolazione e ritardi più o meno contenuti, a seconda dei casi". (AGI)