Carcere di Rossano, Candido (Radicali): detenuti in condizioni inumane
"Venerdì 8 agosto siamo stati al carcere di Palmi per fare un sit-in in sostegno del satyagraha di Rita Beranrdini (in sciopero della fame dal 30 giugno scorso) e Marco Pannella (in sciopero della fame e della sete, più volte interrotto e ricominciato per le esigenze di salute legate all'aver dovuto effettuare due interventi per rimuovere due tumori).
Un satyagraha rivolto a chiedere allo stato, per le carceri, di garantire quel diritto alla salute sancito dalla costituzione ma che i medici penitenziari denunciano non potersi più garantire, fermare la mattanza dei suicidi nelle carceri che spesso avviene proprio nel primo periodo di detenzione per la mancanza di adeguate cure psichiatriche, e di fermare la tortura democratica del 41 bis inflitto a pazienti come Bernardo Provenzano, incapace di intendere e di volere, indipendentemente dalle condizioni di salute."
E' quanto si legge nella nota di Giuseppe Candido, esponente del Partito Radicale e segretario dell'associazione di volontariato culturale Non Mollare. "Mentre noi facevamo il sit-in a Palmi, l'On.le Enza Bruno Bossio, deputata del PD orginaria di Cosenza, - continua Candido – nello stesso giorno si è recata in visita ispettiva 'senza preavvisare' al carcere di Rossano con il compagno Radicale Emilio Quintieri che l'avrebbe dovuta accompagnare. Quello che ha trovato lo ha raccontato subito allo stesso Emilio Quintieri che, a stretto giro, ha avvisato altrettanto immediatamente Rita Bernardini; poi – ovviamente - l'ha intervistata da Radio Radicale Lorenzo Rendi. Durante l'intervista rilasciata lo scorso 11 agosto - nel silenzio degli altri media - la Bruno Bossio ha denunciato il persistere di condizioni inumane e degradanti, oltre al fatto che hanno tentato di non farla neanche entrare.
"Noi, - conclude Candido – "come Radicali calabresi, oltre a ricordare ancora una volta che Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali italiani, è in sciopero della fame dal 30 giugno assieme a Marco Pannella che, nonostante la sua malattia mette in gioco la vita e non molla la lotta di civiltà per la vita del diritto e il rispetto della legge nelle carceri, noi possiamo solo aggiungere che avevamo ragione a denunciare che le condizioni inumane e degradanti continuano a persistere nelle nostre patrie galere, anche in quelle calabre, e a chiedere con forza, per la Calabria, con prepotente urgenza, l'istituzione del garante regionale dei diritti delle persone private della libertà".