Patrizia Uva (Ali Libere):“Nuovo ospedale evitare allarmismi”

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"La firma per del contratto di assegnazione per la realizzazione del Nuovo Ospedale della Sibaritide rappresenta e rappresenterà nei prossimi anni la più importante boccata d’ossigeno per tante famiglie di questo territorio." E' quanto si legge in una nota di Patrizia Uva dell'associazioni Mani libere.

"I 41 mesi previsti per la costruzione - prosegue la nota - di questa grande e storica infrastruttura per il nostro territorio sono la notizia forse più positiva che le popolazioni di quest’area aspettavano da troppo tempo. Ecco perché alla disoccupazione, alla disperazione e perfino all’indigenza che ormai interessano larghi strati delle cittadinanze dell’Area Urbana nessuno dovrebbe permettersi di rispondere alimentando allarmismo o con strumentalizzazioni, così come invece stiamo leggendo in questi giorni. Perché la gente ha letteralmente fame ed è stufa: sia delle promesse non mantenute da una classe politica litigiosa sul nulla ed incapace di risolvere i problemi; sia del populismo dei soliti urlatori di piazza che vedono sempre rischi e pericoli dappertutto, trasmettendo negatività e paure nella società e negli stessi soggetti coinvolti nella realizzazione delle opere pubbliche. Se qualcuno si sente frustrato, forse, per non essere stato invitato alla firma ufficiale a Catanzaro del nuovo Ospedale, possiamo anche capirlo. Si eviti però il protagonismo a tutti i costi, trasformando invidie personali in problemi pubblici, paventando pericoli per la gestione dell’appalto dell’ospedale e, quindi, invocando un’attenzione diversa da quella che già c’è sulla realizzazione di quest’opera. Ci riferiamo all’attenzione reale, non quella delle chiacchiere, dimostrata da un territorio maltrattato dalla Politica in questi anni, per nulla rappresentato nelle sedi decisionali; un territorio che ha perso grandi occasioni di sviluppo e che oggi è praticamente ridotto agli stenti, privato di risorse umane e materiali, di infrastrutture e di servizi, lasciato a se stesso.

Oggi finalmente un risultato c’è: 4 anni di lavoro per un Ospedale del quale si parla dal 2007! È per questi motivi che il balletto mediatico dell’invocazione di controlli e super controlli su ditte e su opere pubbliche importanti, oggi sul Nuovo Ospedale della Sibaritide, spingendosi anche al di là di quelle che sono le normali previsioni di legge, e chiamando in causa Prefettura, Procura, Antimafia, Dia e pure Fbi!, sa tanto di becera strumentalizzazione e di ricerca di visibilità personale a tutti i costi. Come se qualsiasi cosa venga progettata e fatta in quest’area debba per forza puzzare di mafia, costringendoci tutti a fasciarci la testa prima che le cose accadano.

Qui l’unico rischio è che, per ulteriori guerre intestine tra politica, sindacati, movimenti ed esagitati a vario titolo, facciano saltare i tempi previsti per la realizzazione dell’opera che qui tutti vogliono, senza se e senza ma. Ed allora, prima di cimentarsi in vere e proprie campagne di terrorismo psicologico, sindacati e movimenti, chiusi nelle loro grotte di amici, ormai lontanissimi dalle reali esigenze della gente, si facessero un giro per le strade di Corigliano e di Rossano, parlando ogni tanto con chi è ritornato per strada a fare lavori umilissimi che credevamo scomparsi o con quanti sono ritornati nella campagne non da manager ma da schiavi dei giorni nostri, pur di portare a casa un pezzo di pane. La triste pagina della Centrale ENEL di Rossano, da riferimento occupazionale ieri a monumento immobile all’incapacità politica ed alla disoccupazione, oggi, non dovrà ripetersi con il Nuovo Ospedale, sul quale si stanno scatenando – basta leggere alcune dichiarazioni politiche di questi giorni – gli interessi elettorali e clientelari di chi pensa, forse, di dover mandare anche alla Società aggiudicataria dei lavori per questo ospedale liste bianche e liste nere di propri raccomandati, come è abituato a fare. Se qualcuno pensa - conclude Patrizia Uva - di poter ancora prendere in giro i cittadini non ha fatto i conti con la miseria che sta dilagando nelle nostre strade e della quale qualcuno si dovrà occupare seriamente."