Costanzo: “L’amministrazione riqualifichi l’ex mercato”

Catanzaro Attualità

Valorizzazione dei luoghi come mantenimento dell'identità. Riqualificazione dei posti o degli edifici come modo per non cancellare la storia e la memoria, ma, al contrario, per lasciarne il segno pur non sfuggendo al tempo che passa. Questa è stata la chiave vincente di tante città, piccole e grandi, che hanno fatto della conservazione e della riqualificazione il punto di forza”. E’ quanto afferma Sergio Costanzo e Oreste Cosentino, consiglieri comunali di Catanzaro.

Mi piacerebbe che questo accadesse anche nel capoluogo di regione dove, troppo spesso, la mano dell'uomo ha distrutto e altrettante volte l'indifferenza ha mandato in malora facendo diventare fatiscenti strutture che potevano mantenere la memoria e nello stesso tempo diventare funzionali al presente e al futuro. Auspicheremmo che la stessa cosa non accadesse per l'ex mercato del quartiere marinaro della città.

Negli anni diversi programmi europei ne avrebbero consentito la riqualificazione e la messa in funzione per attività che potevano e dovevano essere concertate con e per il territorio. Fare dietrologia è inutile quanto un esercizio improduttivo e allora proviamo a guardare in prospettiva. Non tutte le occasioni di attingere a dei finanziamenti sono perse, sta per partire una nuova programmazione europea. Sarebbe il caso che l'amministrazione comunale avesse ben presente le priorità e soprattutto una mappatura di tutte quelle strutture, ex mercato di Lido compreso, che possono essere restituite alla collettività avendo ben presente cosa si vuole farne ma soprattutto che identità si vuole dare ai luoghi.

E' un esercizio non facile probabilmente, che ha bisogno di dialogo con il territorio, inteso nella sua interezza e non con una parte, ma è un esercizio che assicura partecipazione democratica rispetto alle esigenze collettive, ma soprattutto è uno sforzo che consente di lasciare in eredità alle generazioni future una città vivibile e in cui si possa scegliere di vivere e non intere spianate che non agevolano certo l'aggregazione. Non dovremmo mai dimenticare, noi eletti, di aver avuto oggi le preferenze del popolo non per badare solo ai problemi dell'immediato, ma per progettare la città che sarà, responsabilità se possibile ancor più grande del mandato che ci viene conferito, perchè la città che sarà in fondo sarà quella che lasceremo ai nostri figli”.