Leone (Usr): ridefinire la ‘mission’ della scuola calabrese
“Incredibile dictu”, anche questa volta la scuola è ripartita. Nonostante tutto. Nonostante il marasma riformatore che l’accompagna da anni, ma, come al solito, senza un piano strategico adeguato che, valorizzando le risorse umane, abbia l’obiettivo di creare sviluppo endogeno e benessere sociale per la nostra regione. – È quanto si legge in una nota a firma di Prof. Guido Leone, già Ispettore tecnico USR Calabria - Si perché va detto che la situazione in cui versa il sistema dell’istruzione in Calabria è veramente problematico, perché nessuna area come la nostra denuncia un differenziale notevole sul terreno della conoscenza con le regioni del nord e il resto dell’Europa.
Le linee guida promosse dal Governo sono delle prime indicazioni per invertire le politiche degli ultimi anni che hanno distrutto il sistema d’istruzione del nostro Paese, anche se le risorse risultano ancora scarse e incerte. I nostri governanti dimenticano che la scuola non è solo governo (autonomia, ministero, organi collegiali),ma anche struttura(ordinamenti) e cultura(i programmi) e se non si interviene sinergicamente su questi tre elementi si possono provocare più guasti di quelli che si vogliono riparare.
Alla scuola servono urgentemente idee, strumenti e risorse per ridefinirne la mission. Ed in tal senso forse è da raccogliere l’appello del Presidente Renzi a contribuire dalla base al dibattito sulla definizione ultime delle linee guida. Una cosa è certa, però: il maggiore investimento in questo settore va fatto sugli insegnanti, sul loro reclutamento, sulla loro professionalità, sulla loro valorizzazione sociale”.
Intanto il nostro sistema scolastico affronta il nuovo anno con le solite emergenze. I tagli finora hanno colpito tutto il possibile: dal materiale di cancelleria, alle ore di lezione e di laboratorio fino alla decimazione del personale docente e ata. Persistono le classi pollaio con più di 30 alunni, la presenza di scuole non conformi alle norme di sicurezza, tagli al personale e al tempo scuola, le problematiche del sostegno; il precariato e la carenza del personale ausiliario, tecnico e amministrativo con gravi conseguenze sull’attività amministrativa, sulla pulizia delle scuole, sulla sorveglianza degli studenti.
Ecco perché giudico inadeguato ai bisogni reali il programma di governo, fatto salvi gli interventi sul precariato e l’organico funzionale; le carenze endemiche che stanno annullando la scuola pubblica spingeranno sempre più a nuove manifestazioni di protesta, anche per il blocco dei contratti e l’incerto sistema di valutazione del merito. E, poi, ribadisco che la sfida che si presenta davanti a noi è quella di costruire un vero sistema regionale di istruzione e formazione, perché lo stato dell’arte ci restituisce severi aspetti di criticità.
Una crisi nei risultati scolastici che si manifesta già nella scuola di base partendo dalla scuola secondaria di primo grado e che fa prefigurare successivi scacchi formativi; il fenomeno dei debiti scolastici che indica un rapporto non positivo con gli apprendimenti scolastici; i dati più sconfortanti in materia di sicurezza e di adeguamento degli edifici scolastici; un forte turn-over nei comprensori decentrati: mobilità docente esasperata; permanenza di squilibri territoriali con molti comuni tagliati fuori dall’offerta formativa extra-curricolari per mancanza di servizi.
Non c’è integrazione tra sistema dell’istruzione e della formazione professionale; inesistente il dialogo tra mondo della scuola e delle imprese; un discutibile processo di dimensionamento; l’assenza di un vero sistema statistico e di valutazione.
È auspicabile, pertanto, che il neodirettore generale dell’USP Calabria, Diego Bouchè, prenda in mano la situazione per aprire una seria riflessione sulla scuola calabrese. Intanto ,dandole un senso, un significato, un orizzonte non scollegato dalla realtà territoriale calabrese e dalle sue prospettive di sviluppo a breve, medio e lungo termine.
Non scollegato significa che la nuova gestione della Regione Calabria si dovrà seriamente interrogare e confrontare con l’amministrazione scolastica e con il mondo delle sue autonomie, su quali dovranno essere i prossimi percorsi educativi e formativi in uscita per i nostri ragazzi e funzionali per quale tipo di sviluppo tracciato per il nostro territorio e quale mercato di lavoro.
Occorre promuovere una legge quadro per un sistema regionale di istruzione e formazione professionale che preveda la creazione di un Istituto regionale per la Valutazione, affidato a soggetti terzi rispetto alla politica e all’amministrazione scolastica; l’istituzione di una autorità regionale per l’orientamento continuo,a garanzia del diritto all’orientamento, e di una Scuola regionale per l’orientamento; l’istituzione di un Osservatorio Regionale sulle professioni, ed infine l’istituzione della Conferenza annuale dei servizi sull’istruzione e la formazione di concerto con l’USP Calabria.
Credo che sia giunto il tempo di creare un serio focus sul sistema scolastico e universitario regionale.”