Coldiretti Calabria: la Campagna agrumicola inizia con nuovi e vecchi problemi
Le multinazionali delle bibite remunerino il prodotto e ci sarà vera e sana occupazione e non la catena di sfruttamento. La diminuzione dei consumi della frutta estiva e l’embargo da parte della Russia ha creato seri problemi al comparto ortofrutticolo calabrese.
Agrumi e kiwi ad esempio che avevano trovato interessanti ed importanti sbocchi commerciali in Russia subiranno una notevole contrazione: Se a questo si aggiunge l’insufficiente remunerazione degli agrumi da industria, si delinea un quadro preoccupante proprio nell’imminenza della campagna agrumicola che porterà nella piana di Rosarno - Gioia Tauro, come da stime della CGIL, un contingente di oltre duemila lavoratori extracomunitari che dovranno fare i conti con questa situazione. Questo il quadro preoccupante che traccia Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria che “non fa sperare nulla di buono”.
"La mancata indicazione di origine obbligatoria poi, porterà – prosegue – l’invasione sul territorio nazionale di prodotti di altri Paesi (anche tossici). Vecchi e nuovi problemi con i quali bisogna fare i conti : una situazione davvero difficile per le imprese agricole che non possono contare su una giusta ed equa remunerazione del prodotto.
Quando parliamo del tema del lavoro stagionale degli immigrati – commenta Molinaro – si mettono in moto emozioni e sentimenti perché evidentemente non è possibile utilizzare le braccia e rifiutare le persone negando loro il diritto alla accoglienza e alla giusta retribuzione.
Quello che continua fortemente ad interessare ed è “la madre di tutte le battaglie”, sono le ragioni economiche che stanno alla base della catena di sfruttamento come ad esempio il definitivo innalzamento, dopo il si della Camera dei Deputati nella Legge Comunitaria, della norma che innalza la percentuale di succo di arance nelle aranciate prodotte e commercializzate in Italia, portandola dal 12 al 20% e l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta”.
"Il provvedimento, aiuterebbe i produttori di arance, contribuirebbe a far consumare più frutta con 200 milioni di chili di arance all'anno in più che saranno consumate dai 23 milioni di italiani che bevono bibite. Le lobby degli industriali delle bibite invece continuano a frapporre ostacoli pur sapendo che remunerando il prodotto si allevia lo stato di disagio.
Invece mantengono la percentuale al 12%, e riconoscendone il valore e l’appeal nei confronti dei consumatori, sulle lattine scrivono che il succo è 100% italiano: davvero una bella presa in giro! Ed allora - chiede Molinaro - abbiano il coraggio e anche volontariamente, come ha fatto qualche industria, aumentino la percentuale di succo nelle bibite:questo si sarebbe un ottimo aiuto.
L’accoglienza poi non può essere lasciata ai comuni, alla chiesa o da associazioni di volontariato. Far vivere gli immigrati in condizioni di marginalità e in assenza di alternative, può farli finire nelle braccia delle organizzazioni criminali o può portarli di nuovo alla rivolta: fenomeni che nessuno di noi vorrebbe. Occorre poi, non abbassare la guardia sui controlli a trecento sessanta gradi sia sull’arrivo del prodotto che scongiurando il caporalato.
Su versante delle imprese agricole, chiediamo alla Regione di accelerare il bando per le risorse stanziate di 2,3 milioni di €uro per le agevolazioni finanziarie, per l’ammodernamento dell’agrumicoltura da industria nella Piana di Rosarno - Gioia Tauro e dell’intera provincia di Reggio Calabria che incideranno su un territorio particolarmente vocato e rilanceranno occupazione, sviluppo e competitività. Le imprese agricole singole ed associate sapranno rispondere -continua Molinaro - sfruttando le opportunità offerte dai fondi comunitari e dal PSR 2014-2020."