Villirillo (Marco Polo): “Il Comune ripristini il polo universitario e il Conservatorio”
“Vogliamo rimarcare che il polo didattico di via Saffo, la cui chiusura fu determinata dal mancato rinnovo della convenzione con l’Unical da parte delle nostre istituzioni locali (Comune e Provincia) e dall’indifferenza da parte del consorzio universitario che puntava invece a realizzare un’università autonoma, progetto fallito in toto, doveva essere il punto di partenza per dotare, in virtù anche della prospettiva di avviare nuovi corsi di laurea, la città ed il comprensorio di una solida struttura di ricerca ed alta formazione, capace di sviluppare sinergie con il territorio e le realtà produttive. In molte realtà, si è consolidata l’integrazione tra il mondo della produzione e quello dei saperi, collaborazione che ha espresso modelli di crescita territoriale efficaci e duraturi”. L’afferma Rosario Villirillo, presidente dell’associazione Marco Polo.
“Singolare è che, nel nostro contesto locale, le istituzioni, anziché sostenere ed accompagnare il processo di crescita del suddetto polo didattico, ne hanno decretato la fine mentre, in realtà vicine alla nostra, il percorso che ha portato alla nascita dell’ateneo ha avuto nell’iniziativa dei privati il maggiore impulso. È il caso specifico del capoluogo di regione, dove il consorzio per la promozione della cultura e degli studi universitari venne costituito da un’associazione di privati, di cui fu animatore e guida insostituibile il giudice Salvatore Blasco che tanto si adoperò per l’istituzione, in loco, delle facoltà di giurisprudenza, medicina e farmacia dell’Università degli studi di Reggio Calabria. Quindi, anche l’ateneo catanzarese è nato come sede decentrata e, soltanto dopo molti anni, è divenuto autonomo ed autosufficiente. A decorrere dallo scorso anno accademico, l’Università degli studi “Magna Graecia” di Catanzaro ha arricchito l’offerta didattica con il corso di laurea in sociologia, destinato a ben 300 iscritti all’anno, ed oggi è una realtà formativa capace di rispondere alle esigenze del corpo studentesco con 20 corsi di laurea triennale, 9 corsi di laurea magistrale, numerose scuole di specializzazione, dottorati di ricerca, master con spin-off e master di II° livello.
Constatiamo, quindi, con amarezza, che fra i nostri amministratori è oramai divenuta una pratica diffusa il disfare quello che si è creato e ciò si evince non solo dalla dismissione del polo didattico di via Saffo ma anche dalla chiusura della sede decentrata del conservatorio di musica, quest’ultima problematica molta sentita nel Crotonese. La giunta provinciale, recependo la volontà del presidente Sergio Iritale, con delibera n. 385 del 15/10/2004, aveva approvato un piano per la diffusione della cultura musicale nella nostra provincia mediante la stipula di una convenzione con il Conservatorio 2 “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza. A tal fine, era stata individuata quale sede preposta l’istituto “S. Pertini” di Crotone, dove le attività didattiche si sono svolte fino al 2012, anno di cessazione a causa del mancato rinnovo della convenzione tra gli enti interessati. Resta avvolto nel mistero il motivo della chiusura di questa succursale che, pure, aveva consentito ad un numero notevole di studenti del territorio di frequentare, tutti i giorni, in orario pomeridiano, lezioni di teoria, violino, sassofono, pianoforte, clarinetto, solfeggio, flauto e violoncello.
Ove mai tale decisione, che riteniamo sbagliata, fosse stata determinata dalla presenza, nel capoluogo, del liceo musicale, ci permettiamo di far rilevare che il suddetto liceo non sostituisce il conservatorio ma anzi quest’ultimo è la continuità del percorso formativo iniziato nel relativo liceo e che, nella fase post liceale, si caratterizza per una didattica più approfondita e per l’acquisizione di competenze più specifiche nelle singole discipline musicali.
Pertanto, rivolgiamo all’assessore alla cultura ed a tutta l’Amministrazione comunale un accorato appello affinché, nella città capoluogo, siano ripristinati il polo universitario ed il conservatorio di musica, unica condizione per intercettare e soddisfare il bisogno formativo dei giovani di tutto il comprensorio, specie di quelli meno abbienti che non possono permettersi di studiare fuori sede.
È necessario intraprendere, nel nostro territorio, un serio progetto per uscire dall’isolamento culturale, in cui i nostri amministratori ci hanno relegato per la loro miopia politica, puntando decisamente sull’istituzione universitaria che è anche lo strumento per definire gli obiettivi di sviluppo locale”.