Obesity day 2014, FIGC: emergenza che va affrontata con le famiglie
“Facciamo insieme il primo passo”. Il Settore per le Attività Giovanili e Scolastiche Calabria della Federazione Italiana Giuoco Calcio non rimane impassibile dinnanzi all'emergenza obesità. “Un problema - ricorda Giuseppe Bova, medico sportivo del S.G.S., - di notevole rilevanza sociale, che come affermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, tende ad assumere sempre più i connotati di un'epidemia globale (pandemia), interessando non solo gli adulti ma anche i bambini”.
In occasione della quattordicesima edizione dell’Obesity Day, la giornata promossa dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica per sensibilizzare al tema del sovrappeso e dell’obesità, in programma il 10 ottobre, il Settore Giovanile e Scolastico, da sempre attento al benessere fisico psichico e sociale dei soggetti in età evolutiva, intende sottolineare come l’insorgenza del disturbo tra bambini e adolescenti mette a repentaglio la loro salute, fin dall'età infantile.
“L'obesità ha spesso un'origine lontana, nell'infanzia, - afferma Carla Cosco, psicologa dell'ufficio di Coordinamento del S.G.S. Calabria, - tanto che l'obesità adulta non è altro che la persistenza dell'obesità infantile. Degli studi retrospettivi hanno evidenziato che il 25 per cento dei casi di obesità nei bambini e negli adolescenti ha avuto inizio nel primo anno di vita, il 50 per cento prima dei 4 anni e il 75 per cento prima dei 6 anni”. Attualmente in Italia 4 bambini su 10, in età scolare, sono in sovrappeso o obesi.
“La rapida diffusione del fenomeno – spiega il medico sportivo - è sicuramente influenzata da fattori ambientali quali l'iperalimentazione, la ridotta attività fisica, la scarsa socializzazione, minori stimoli culturali e, spesso, per i bambini, una riduzione del tempo trascorso con i genitori. L'influenza di questi fattori è particolarmente importante nei primi periodi della vita, poiché sembrano avere effetti non solo sull’accrescimento, ma anche sul sistema endocrino-metabolico dell'individuo, condizionandolo per tutta la vita”.
E difatti, aggiunge Carla Sorrentino, altra psicologa del S.G.S., nell'evidenziare i risvolti psicologici dell'obesità: “A livello psicologico, l’obesità può stravolgere completamente la vita di una persona. Chi è obeso spesso viene isolato e sottoposto a una vera e propria stigmatizzazione sociale che rende difficile qualunque tipo di socialità. In particolare, i bambini in sovrappeso tendono a sviluppare un rapporto difficile con il proprio corpo e con i propri coetanei, con conseguente isolamento che spesso si traduce in ulteriori abitudini sedentarie”.
Così, sottolineano le psicologhe del S.G.S., “riduzione progressiva dell’autostima, isolamento relazionale, decremento delle performance sociali, ansia e depressione, svalutazione e disprezzo della propria immagine corporea sono gli aspetti psicopatologici osservabili nei bambini obesi”.
Occorre quindi contrastare e prevenire l'obesità coinvolgendo le famiglie, incoraggiando abitudini alimentari corrette, attraverso la riduzione del consumo di grassi e zuccheri e un consumo maggiore di frutta e verdura, e mirando ad un aumento dei livelli di attività fisica.
L'importanza dell'attività fisica trova conferma nelle parole del medico sportivo Bova: “L'attività fisica regolare rappresenta un semplice, ma efficace mezzo di controllo del peso corporeo. Dai primi studi sul genoma umano è emerso che ci sono due geni che hanno il compito di ripulire il sangue da grassi e zuccheri, ma che si attivano solo facendo attività fisica, mantenendosi in azione per ben 18 ore da quando si smette l'esercizio fisico. Ecco perché muoversi è fondamentale per tenere sotto controllo problemi quali il colesterolo alto, il diabete e l'obesità.
L'attività fisica, inoltre, contribuisce a ridurre i fattori di rischio cardio-vascolari e a prevenire l'osteoporosi. Senza escludere l'effetto positivo sull'umore, riduce i livelli di ansietà e di depressione e favorisce il rilassamento”.
Dunque, riscoprire l'utilità di fare sport è fondamentale per la salute fisica e psichica di ognuno. Per questo, in linea con quanto sostenuto dall’OMS, il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC mira con le sue attività a promuovere sani stili di vita e ad avvicinare e sensibilizzare i giovani alla cultura dello sport proprio quale strumento di benessere e di salute.
La Sorrentino ha evidenziato come “in particolare il gioco del calcio, in quanto gioco di squadra, oltre agli effetti benefici generali sulla salute rappresenta una sana valvola di sfogo alla vivacità tipica della giovane età, stimola la socializzazione, abitua alla gestione dei diversi impegni quotidiani, aiuta l’apprendimento ed educa al rispetto dei ruoli e delle regole”.