Anmil celebra a Crotone la Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro
L’ANMIL celebra domenica 12 ottobre la 64ᵃ Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro - istituzionalizzata nel ’98 con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri su richiesta dell’Associazione - sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Tra i temi sul tappeto che secondo il Presidente Territoriale ANMIL Avv. Salvatore Frisenda necessitano di un serio approfondimento perché considerati di particolare rilevanza per le vittime del lavoro: quello degli indennizzi per danno biologico per i quali non è ancora stato adottato un meccanismo di rivalutazione annuale automatico (a differenza di tutte le altre prestazioni sociali); il reinserimento lavorativo che rende necessaria una riconsiderazione della normativa in materia di collocamento al lavoro delle persone con disabilità che consenta una concreta possibilità di occupazione; la previsione dell’insegnamento della sicurezza e della prevenzione per i giovani all’interno dei percorsi didattici obbligatori e per questo, da oltre 15 anni, l’ANMIL è presente nelle scuole con i propri volontari, vittime del lavoro che raccontano agli studenti le storie di infortunio vissute, quali “Testimonial della sicurezza”. L’esperienza decennale dell’ANMIL in questo campo ha confermato che tale approccio alla trattazione di un tema così delicato crea un impatto emozionale talmente forte da incidere in modo concreto e positivo sui comportamenti nel breve e nel lungo periodo.
Stando alle statistiche INAIL sul fenomeno infortunistico relative al 2013, a livello nazionale c’è stato un calo complessivo di circa 52mila infortuni (pari a -7,8%) passando da circa 657.000 casi denunciati nel 2012 a 605.000 nel 2013. Mentre si è avuta una crescita delle malattie professionali aumentate di ben 5.173 unità, passando dalle 46.161 patologie denunciate nel 2012 alle 51.334 nel 2013 (+11,2%). Tuttavia mentre nel 2013 sono deceduti a seguito di infortunio 719 lavoratori, ne sono morti ben 1.475 che hanno contratto una malattia professionale e, anche dopo anni di sofferenza, sono deceduti a causa delle patologie sviluppate. Dati questi che devono fare però i conti con la diminuzione delle ore lavorate e le mancate denunce di infortuni minori.