Precari e lavoratori in mobilità, Stasi: Regione ha fatto la sua parte, attendiamo Governo
“Nessuna vis polemica, ma appare strano che il Governo, in riferimento alle problematiche dei lavoratori precari e di quelli in mobilità, continui a riunire una cabina di regia per la Calabria senza avere mai invitato la Regione.”. Lo dichiara - si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta – la Presidente f.f. della Regione Antonella Stasi.
“Nulla in contrario alla presenza di Mario Oliverio e dei parlamentari all’incontro, ma non ci si dica poi che l’esito della riunione è stato positivo e che la colpa per questo stato di cose deve ricadere sulla Regione. Nessuno ci crede, nemmeno loro stessi”.
“Da parte nostra c’è la ferma volontà ad affrontare tutti i problemi così come stiamo facendo tutti i giorni con senso di responsabilità e disponibilità anche nei confronti di un Governo che non è stato molto dialogante con noi”.
“Diamo ancora una volta la nostra massima disponibilità a sederci attorno ad un tavolo, ma spero che qualcuno finalmente lo ammetta che ad oggi le solite riunioni e cabine si sono dimostrate improduttive”.
“Abbiamo appreso positivamente che il Governo, nella nota di ieri, si sia detto ‘’disponibile a considerare nuovi bisogni, comunque con la compartecipazione della Regione, e ad assumere le iniziative necessariè’. Ci chiediamo però quando. Lo ribadisco, ad oggi, non siamo stati mai chiamati ed i precari attendono da tempo risposte da Roma”.
“La Regione Calabria – aggiunge la Presidente - con la legge n.1 dello scorso 13 gennaio, è stata la prima a legiferare verso l'obiettivo della stabilizzazione dei precari. Oggi, come afferma lo stesso Del Rio, il decreto attende ancora di diventare attuativo e forse lo sarà a fine anno.
Questo governo regionale è stato sempre responsabile in tema di precari offrendo, in più occasioni aiuto e soccorso al governo centrale, anticipando, quando è stato possibile, ingenti risorse per far fronte alla mobilità con fondi che ci auguriamo verranno presti restituiti. E la realtà delle cose fatte non può essere nascosta o, peggio ancora, mistificata”.