Pizzo: la guardia costiera trasferisce uova di tartaruga a Napoli
Si è conclusa senza alcun problema nella tarda serata di ieri l’operazione di trasferimento, da Pizzo a Napoli, delle uova di tartaruga non schiusesi e, pertanto, a rischio di perdita, a seguito dell’abbassamento delle temperature.
La nidificazione di una Tartaruga marina sul litorale di Pizzo ha rappresentato un evento eccezionale che non ha mancato di suscitare l’attenzione degli studiosi, dei volontari del WWF e della gente comune che hanno atteso la schiusa delle uova, per oltre due mesi, a partire dal 21 agosto, data della deposizione. Da parte sua il Comando della Capitaneria di Porto di Vibo, sin dal primo momento, ha manifestato concretamente il proprio impegno per la tutela del nido collaborando, attivamente con gli enti scientifici e le associazioni ambientalistiche.
Secondo gli esperti, quello di Pizzo è stato, sin dal principio, un nido a rischio, proprio a causa della data tardiva in cui erano state deposte le uova (86 in tutto), con conseguente maturazione degli embrioni in un periodo che coincideva con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, con l’immancabile abbassamento della temperatura. Inoltre, nel corso di questi mesi il nido era stato investito da due mareggiate che hanno rischiato di compromettere in maniera irreparabile la schiusa delle uova.
Per fortuna, a cominciare da domenica scorsa, quattordici tartarughine hanno avuto la forza di sgusciare via e di prendere il mare, sotto il controllo dei volontari del WWF e della locale Guardia Costiera di Pizzo. Però con il passare dei giorni le speranze di poter vedere tutti o buona parte degli embrioni completare lo sviluppo e fare capolino tra la sabbia, si sono affievolite. Da qui la decisione, adottata dal responsabile del Progetto TartaCare dell’Università della Calabria, Antonio Mingozzi, di operare il prelievo di tutto il materiale contenuto nel nido e trasferirlo presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli .
Il trasferimento degli esemplari è stato richiesto dall’Università della Calabria e dal WWF al Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia – C.F. (CP) Antonio Lo Giudice, che ha interessato il Comando Regionale della Direzione Marittima della Calabria – C.V. (CP) Gaetano Martinez, il quale ha subito condiviso la necessità di organizzare il trasferimento delle uova a Napoli.
Un’operazione delicata, una delle poche mai compiute in Italia, che ha visto impiegati i militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia, i quali prima hanno assistito il personale dell’Università della Calabria e del WWF, nella delicata operazione di prelevamento delle uova non schiuse e del posizionamento delle stesse in apposiSi è conclusa senza alcun problema nella tarda serata di ieri l’operazione di trasferimento, da Pizzo a Napoli, delle uova di tartaruga non schiusesi e, pertanto, a rischio di perdita, a seguito dell’abbassamento delle temperature.
La nidificazione di una Tartaruga marina sul litorale di Pizzo ha rappresentato un evento eccezionale che non ha mancato di suscitare l’attenzione degli studiosi, dei volontari del WWF e della gente comune che hanno atteso la schiusa delle uova, per oltre due mesi, a partire dal 21 agosto, data della deposizione. Da parte sua il Comando della Capitaneria di Porto di Vibo, sin dal primo momento, ha manifestato concretamente il proprio impegno per la tutela del nido collaborando, attivamente con gli enti scientifici e le associazioni ambientalistiche.
Secondo gli esperti, quello di Pizzo è stato, sin dal principio, un nido a rischio, proprio a causa della data tardiva in cui erano state deposte le uova (86 in tutto), con conseguente maturazione degli embrioni in un periodo che coincideva con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, con l’immancabile abbassamento della temperatura. Inoltre, nel corso di questi mesi il nido era stato investito da due mareggiate che hanno rischiato di compromettere in maniera irreparabile la schiusa delle uova.
Per fortuna, a cominciare da domenica scorsa, quattordici tartarughine hanno avuto la forza di sgusciare via e di prendere il mare, sotto il controllo dei volontari del WWF e della locale Guardia Costiera di Pizzo. Però con il passare dei giorni le speranze di poter vedere tutti o buona parte degli embrioni completare lo sviluppo e fare capolino tra la sabbia, si sono affievolite. Da qui la decisione, adottata dal responsabile del Progetto TartaCare dell’Università della Calabria, Antonio Mingozzi, di operare il prelievo di tutto il materiale contenuto nel nido e trasferirlo presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli .
Il trasferimento degli esemplari è stato richiesto dall’Università della Calabria e dal WWF al Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia – C.F. (CP) Antonio Lo Giudice, che ha interessato il Comando Regionale della Direzione Marittima della Calabria – C.V. (CP) Gaetano Martinez, il quale ha subito condiviso la necessità di organizzare il trasferimento delle uova a Napoli.
Un’operazione delicata, una delle poche mai compiute in Italia, che ha visto impiegati i militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia, i quali prima hanno assistito il personale dell’Università della Calabria e del WWF, nella delicata operazione di prelevamento delle uova non schiuse e del posizionamento delle stesse in appositi contenitori e successivamente hanno preso in consegna e trasportato i preziosi contenitori.
Il prezioso carico, trentacinque uova non ancora schiuse, dodici piccoli nati, ma con evidenti segni di immaturità e ventuno piccoli ancora nel guscio, è stato così trasferito dal litorale di Pizzo, fino all’ultimo comune a nord della Provincia di Potenza, confine territoriale del vasto Compartimento Marittimo di Vibo, dove è stato preso in consegna dal personale della stazione Zoologica partenopea. Giunto infine, in serata, senza alcun problema, presso la struttura, per l’adozione delle dovute cure. L’operazione rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra Enti che, a vario livello, operano sinergicamente per la tutela e la salvaguardia del nostro delicato e prezioso patrimonio naturalistico.ti contenitori e successivamente hanno preso in consegna e trasportato i preziosi contenitori.
Il prezioso carico, trentacinque uova non ancora schiuse, dodici piccoli nati, ma con evidenti segni di immaturità e ventuno piccoli ancora nel guscio, è stato così trasferito dal litorale di Pizzo, fino all’ultimo comune a nord della Provincia di Potenza, confine territoriale del vasto Compartimento Marittimo di Vibo, dove è stato preso in consegna dal personale della stazione Zoologica partenopea. Giunto infine, in serata, senza alcun problema, presso la struttura, per l’adozione delle dovute cure. L’operazione rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra Enti che, a vario livello, operano sinergicamente per la tutela e la salvaguardia del nostro delicato e prezioso patrimonio naturalistico.