Fp documento unitario su manifestazione di interesse Arsac

Calabria Attualità

“Come volevasi dimostrare, quando si vuole piegare la norma ai propri (inconfessabili) desideri, si combina un pasticcio…. qualche giorno fa avevamo paventato la pubblicazione di un provvedimento di nomina dirigenziale di fine legislatura…. Ebbene l’amministrazione, nel tentativo di parare il colpo e di aggiustare il tiro ha, invece, pubblicato una singolare deliberazione (n. 109/2014) per l’ennesima e, a questo punto, stucchevole manifestazione di interesse”. E’ quanto scrivono per la CGIL F.P, CISL F.P., UIL F.P.L. Alfredo Iorno, Antonio Bevacqua, Elio Bartoletti.

“La fretta - continua la nota - fa commettere errori e, così, è puntualmente successo…in segretaria del consiglio, a proposito, prima di registrare l’atto in questione sono arrivate almeno tre versioni, di volta in volta corrette, della stessa delibera... Nell’ordine: la delibera sbaglia indirizzo… il riferimento alla L. n. 114 del 11 agosto 2014 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90.

Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari) ed al suo art. 11 (Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali) è errato, l’Arsac volente o nolente , non è un ente locale; ad ogni buon conto il citato art. 11 in nessuna sua parte dispone che “per la nomina di dirigenti è prevista una selezione pubblica per il personale interno all’Azienda”, mentre “definisce la quota degli stessi attribuibile mediante contratti a tempo determinato,comunque in misura non superiore al 30 per cento dei posti istituiti nella dotazione organica della medesima qualifica e, comunque, per almeno una unità.”; la manifestazione di interesse, incredibilmente, non definisce nello specifico la postazione dirigenziale messa a bando: chi concorre non sa per quale postazione concorrere, ne discende che qualsiasi criterio valutativo è avvolto dalle nebbie di un arbitrio insondabile; in altre parole, non è dato sapere quale specifica professionalità potrà mai accertare la prevista selezione pubblica, visto che l’Amministrazione non attesta quali sono i settori disponibili; il riferimento ai requisiti è arbitrario e discriminatorio: per concorrere alla nomina di direttore tecnico e amministrativo dell’Arsac l’Amministrazione ha previsto criteri selettivi più blandi; piuttosto, la vigente disciplina sull’accesso alla dirigenza pubblica prevede che alla selezione pubblica possono partecipare tutti i dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, muniti di laurea, che abbiano compiuto almeno cinque anni di servizio svolti in posizioni funzionali per l’accesso ai quali è richiesto il possesso del diploma di laurea; pertanto, la disciplina vigente ha addirittura esteso, rispetto al passato, le categorie dei candidati in possesso dei requisiti per partecipare alle selezioni, includendo anche coloro che, sebbene non assunti nelle posizioni funzionali per le quali l'accesso prevedeva il possesso del diploma di laurea in quanto appartenenti alle aree funzionali per le quali non era richiesto il titolo di studio universitario, sono transitati nelle citate posizioni superiori di livello direttivo (posizione C per i dipendenti delle amministrazioni statali e degli enti pubblici non economici e posizione D per i dipendenti delle regioni, enti locali e Servizio Sanitario Nazionale), a seguito di superamento delle procedure selettive interne di tipo verticale; tra l’altro la citata L.R. 13.05.1996, n. 7 dispone al suo art. 29 comma 2, ter che “il 50% dei posti disponibili del personale di qualifica dirigenziale dia riservato ai dipendenti muniti di diploma di laurea con 5 anni di esperienza lavorativa nella qualifica immediatamente inferiore”.

Considerato che l’ARSAC non ha una dotazione organica approvata e visto che il bilancio non permette ai tecnici di svolgere il proprio lavoro (ormai non si contano le missioni negate per mancanza di fondi) dobbiamo desumere che non ci sia la copertura per nominare altri dirigenti.

Saggezza e buon senso suggerirebbe il ritiro della deliberazione in parola e la sua riformulazione aderente alla disposizioni vigenti non appena la dotazione organica sarà approvata e ci sarà la copertura finanziaria”.