Trascorsi diversi mesi da manifestazioni e proteste, la questione dello stadio è ancora tutto tranne che conclusa. Sembrava tutto pronto ed imminente ma, puntualmente, il silenzio ha riavvolto la questione, ed a pochi mesi dalla nuova scadenza sembra non esserci nulla di concreto sul tavolo delle trattative.
di Francesco Placco
L’Ezio Scida non si tocca! Tuonavano così i tifosi, gli ultras e i giornalisti locali quando, in piena estate, si concluse il periodo di concessione della tribuna amovibile costruita nel 2016.
Se inizialmente si sperava in una nuova concessione triennale (LEGGI), allo scoccare del 18 Luglio la struttura divenne abusiva (LEGGI) ed ogni tentativo di mediazione o proroga venne “smontato” (LEGGI).
Assieme alla società sportiva, il Comune di Crotone aveva avviato, nei mesi precedenti allo scadere della concessione, un iter progettuale per la realizzazione di uno stadio da 20.000 posti (LEGGI), e vennero rispolverate vecchie idee e disegni.
Sulla realizzazione del nuovo impianto sportivo infatti esiste un lungo dibattito, che si inasprisce nelle rivalità politiche dei primi anni ’90, tra chi voleva un nuovo campo sportivo fuori città e chi invece voleva ammodernare quello esistente.
Da allora sono state ipotizzate diverse idee. Si è pensato ad uno stadio tra Vescovatello e San Francesco (dove oggi si trova il Settore B, in zona 300 Alloggi), ad una struttura polivalente in località Margherita Alta, ed anche ad un ipotetico “centro sportivo” sui resti delle aree occupate dagli oramai ex stabilimenti industriali, in attesa della loro bonifica.
Tante idee, ma, in ogni caso, nessun progetto. Nulla, al di fuori di un rendering.
Il che è curioso, dato che proprio a seguito delle rimostranze mosse dalla Sovrintendenza era stato tirato fuori dal cassetto un “progetto” già bello e pronto, mostrato forse nel tentativo di calmare gli animi.
Tentativo tuttavia fallito e che ottenne l’effetto opposto: la dichiarazione di inagibilità dell’intera struttura (LEGGI), successivamente ritirata (LEGGI) grazie al parere favorevole del TAR della Calabria (LEGGI).
Il Comune di Crotone, assieme alla società sportiva, presentarono ricorso al TAR regionale (rispettivamente il n. 1221/2018 e n. 1223/2018), e con decreto (n. 402/2018 e n. 403/2018) venne “riabilitato” l’utilizzo dell’intera struttura per via di una “violazione dei principi di proporzionalità”: Comune e società si impegnavano nella realizzazione di una nuova struttura, per tanto inibire quella esistente non aveva senso.
Tuttavia, sul finire di novembre, il Mibac ha impugnato la sentenza direttamente al Consiglio di Stato, e senza essere ancora entrati nel merito delle decisioni del TAR (l’udienza è fissata il 19 Giugno del 2019) siamo già in attesa di un ipotetico “nuovo verdetto”, che potrebbe ribaltare la situazione o rivelarsi un tonfo nell’acqua.
Al Comune di Crotone c’è un gran da fare, in questo periodo prefestivo, tra polemiche che riguardano gli eventi di natale e le sue luminarie (LEGGI) e gli scricchiolii sempre più assordanti della maggioranza (LEGGI). Ma visto il clamore mediatico che ebbe la questione, e le innumerevoli “chiacchiere” a livello politico, sociale ed anche giornalistico, sarebbe opportuno che il progetto per questo benedetto stadio salti definitivamente fuori.
O, quantomeno, che si palesino le reali intenzioni delle parti: c’è davvero la volontà di costruire una nuovo stadio o no?
Il timore, così come già detto più volte in passato, è che la struttura amovibile temporanea diventi una sorta di soluzione permanente. Costruire un nuovo stadio non è cosa da poco, e servono molti soldi. Ma laddove non si ha la giusta capacità economica, sarebbe opportuno anche prendere in considerazione altre vie, come quella già discussa del “tavolo” con la tanto odiata Eni (LEGGI) o, magari, con un qualunque altro sponsor.
Il problema dello stadio Ezio Scida è divenuto trentennale, e fino ad oggi siamo sempre riusciti a metterci una pezza. Ma una pezza non è una soluzione definitiva e ciclicamente ci troviamo ad affrontare un problema.
Piuttosto che fermarci alla retorica del “remano contro di noi” o del “vogliono sabotarci”, dovremmo pretendere una verità definitiva sulla questione stadio, che vada oltre i campanilismi ed i cori da ultras, e che non trascenda la legge ed i vincoli esistenti.
Non sia mai che, alla fine della fiera, l’unica “fake news” era proprio quella sul nuovo impianto sportivo?