Stadio Ezio Scida. Il Comune chiede una proroga “irricevibile”, Pagano: tribuna e curva vanno smontate

Crotone Sport

Il Crotone torna in serie B ma nel prossimo campionato, almeno stando alle comunicazioni ufficiali, non potrà più utilizzare la tribuna coperta e la curva sud, oggetto entrambi degli ormai noti ampliamenti realizzati in occasione della storica promozione nella massima serie.

Il Ministero dei beni culturali, con lettera autografa del Sovrintendente Mario Pagano, lo stesso che due anni fa aveva concesso la realizzazione delle imponenti strutture, ha oggi infranto qualsiasi sogno ed aspettativa di potersi riaccomodare sui comodi seggiolini dell’Ezio Scida ancora per un’altra stagione.

La comunicazione ufficiale è giunta proprio oggi, indirizzata alla Procura e al Comune di Crotone, e nella quale Pagano ha chiaramente ribadito che non è intenzione del Ministero concedere alcuna proroga all’autorizzazione di occupazione temporanea dell’impianto pitagorico.

La prima “concessione” scadrà infatti il prossimo 18 di luglio e, stando a quanto messo nero su bianco dal sovrintendente ai beni culturali, non c’è nulla da fare: tribuna e curva sud vanno smontate; una decisione che a detta dello stesso Pagano è anche, ma non solo, motivata dal fatto che essendo il Crotone Calcio ripiombato nella serie Cadetta la proroga non rivestirebbe un carattere di “necessità ed urgenza”.

Una risposta che non coglie di sorpresa e che oltre all’amaro in bocca lascia anche qualche dubbio sul fatto che questa pratica” possa essere stata gestita forse con un po’ di “leggerezza”, comportando di conseguenza un grosso disagio per la formazione crotonese.

Lo smontaggio della tribuna, in particolare, comporterebbe infatti il conseguente smantellamento di due servizi fondamentali come quello degli spogliatori e della sala stampa in uso ai rossoblù.

Ma l’amaro in bocca rimane soprattutto se si mette in evidenza come la richiesta di proroga avanzata dal Comune pitagorico non potesse non essere bocciata dal Ministero, trattandosi appunto di un’autorizzazione temporanea (per due anni), dunque di per sé e a prescindere limitata nel tempo.

Con una maggior accortezza la parte istituzionale, l’ente in particolare che ha gestito la faccenda, avrebbe potuto infatti interloquire già da qualche mese addietro per prendere in considerazione situazioni alternative o proposte utili a superare un’empasse più che annunciata.

Una delle soluzioni avrebbe potuto difatti essere quella di sottoporre l’eventuale interdizione di parte degli spalti interessati, in attesa magari che si potesse ottemperare - in tempi tecnici consoni - al relativo smontaggio oltre che presentare una nuova istanza magari con tanto di allegato progetto tecnico per la realizzazione di un nuovo impianto.

Un progetto annunciato in pompa magna ma che per ora è rimasto “lettera morta”; al contrario della missiva della Sovrintendenza che oltre ad essere reale è soprattutto esecutiva.

E come al solito anche quest’anno sarà una corsa contro il tempo per garantire ai pitagorici di iniziare in tutta serenità il loro campionato di serie B. Un film già visto.